Quello dei libri scolastici è un mercato che ogni anno smuove un giro d’affari da un miliardi di euro, con i principali gruppi (Mondadori, Zanichelli, Sanoma, La Scuola) che potrebbero presto trovarsi a fare i conti con l’Antitrust. L’autorità della concorrenza e del mercato ha infatti acceso il faro sul settore, definito “fuori dal comune: Chi sceglie i libri (docente) non ne sostiene i costi, chi li paga (famiglie e/o amministrazioni pubbliche) non li usa, mentre chi li usa (studenti) non li sceglie né li paga, secondo un modello di fatto assimilabile a quello dei medicinali soggetti a prescrizione”.
Leggi anche: Israele, un elicottero si schianta a Rafah: impatto tremendo, 2 soldati morti
L’Antitrust ha avviato in queste ore “un’indagine conoscitiva sui mercati dell’editoria scolastica in Italia che comprende anche le pubblicazioni e gli ausili destinati a studenti e a docenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado”. Sono 7 milioni di studenti (e le loro famiglie) e 1 milione di docenti le persone interessate. La notizia è arrivata proprio mentre i ragazzi stanno tornando sui banchi e dopo le proteste delle scorse settimane.
Federconsumatori, nella consueta indagine relativa al corredo scolastico, aveva infatti stimato nei giorni scorsi che ogni studente in media spenderà 591,44 euro, con un +18% sul 2023 (si va dai 461 euro per le “prime medie” ai 715 per le “prime liceo”). L’acquisto di libri usati permette un risparmio del 28%. L’Antitrust ha deciso di indagare su tutto il processo, a partire dalla scelta dei libri: “Le adozioni vengono comunicate dalle segreterie scolastiche e raccolte a livello nazionale, entro il mese di maggio di ogni anno, attraverso un’apposita piattaforma messa a disposizione e gestita dall’Associazione Italiana Editori, che trasmette ai suoi associati le informazioni rilevanti per i rispettivi titoli – si legge nel provvedimento – Gli editori, pertanto, conoscono con ampio anticipo l’entità della domanda da soddisfare: sembrerebbero tuttavia ricorrenti i ritardi nella fornitura dei libri di testo in tempo utile per l’avvio dell’anno scolastico”.
Da verificare anche come, secondo l’Antitrust, il mercato dell’usato non abbia ancora conosciuto la diffusione che si si aspetterebbe. L’Unione nazionale dei consumatori nel frattempo esulta alla notizia, tornando a condannare la norma del 2020 che vieta “alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina, anche sotto forma di buoni spesa”. Provvedimento “statalista e dirigista che nulla ha a che vedere con il libero mercato”. Per il Codacons, “ogni anno, attraverso piccole modifiche ai testi, una nuova prefazione, capitoli introduttivi, e cambiamenti minimi, si immette sul mercato un nuovo testo scolastico che deve essere acquistato per sostituire quello dell’anno precedente. Un danno per le famiglie” che “tra libri e corredo” arrivano a spendere “1.300 euro a studente”.