La fonte è il generale Apty Alaudinov, vice capo del Dipartimento politico-miitare delle Forze Armate russe, che lo ha riferito alla Tass. Ma al contrario di ciò che avviene di solito in queste situazioni, in cui entrambe le parti sono solite sfidarsi a colpi di propaganda, non è arrivata una netta smentita da parte di Kiev. “Dall’inizio dell’operazione a Kursk”, ha riferito Alaudinov, “si stima che l’esercito ucraino abbia perso 7.000 soldati nella sola zona di nostra responsabilità”. Cioè nella Regione di Sudzha.
12.200 UOMINI CADUTI IN BATTAGLIA
Una vera e propria strage, i cui numeri salgono a 12.200 uomini caduti in battaglia se si considera tutta l’area di combattimento nell’area della città russa attaccata dalle truppe di Zelensky. Un’operazione, quella in territorio russo, che ha finito per rivelarsi controproducente, a dir poco.
A Kiev speravano che Putin allentasse la morsa sul Donbass per difendere i suoi territori, invece lo Zar ha lasciato fare e ha risposto intensificando le iniziative sul territorio ucraino. E dando vita al più robusto bombardamento mai effettuato dall’inizio della guerra su tutto il Paese nemico. La strage di soldati, poi, colpisce duramente un esecutivo che ha nella mancanza di effettivi uno dei suoi principali punti deboli.
CONTROFFENSIVA RUSSA A KURSK
Come se non bastasse, nelle ultime ore sembra essere iniziata l’operazione di riconquista del territorio di Kursk da parte dell’esercito russo. Il comandante delle forze speciali cecene ha dichiarato che sinora “sono stati liberati 10 insediamenti“. Dalla capitale ucraina, in effetti, giungono voci preoccupate. La situazione sarebbe particolarmente difficile per Kiev.
I TIMORI DEGLI STATI UNITI
La strategia di Putin di attendere il momento giusto per iniziare le manovre sul territorio russo e di concentrare le forze nel Donbass sembra essere stata, almeno sino a ora, molto lungimirante. E forse non è un caso che gli Stati Uniti stiano pensando di cambiare linea sul loro coinvolgimento nella guerra in corso. Nel timore che l’esercito di Zelensky finisca davvero per capitolare.
LA MISSIONE A KIEV DI USA E GRAN BRETAGNA
Ieri il segretario di Stato Antony Blinken e il ministro degli Esteri britannico David Lammy si sono recati a Kiev per discutere il possibile utilizzo di missili Atacms e Storm Shadow per colpire in profondità il territorio russo. “L’importante è togliere tutte le restrizioni sull’uso di armi americane e britanniche contro legittimi obiettivi militari in Russia”, ha confermato il ministro degli Esteri ucraino Sybiha.
PACE MONDIALE IN PERICOLO
Il vero interrogativo riguarda la possibile reazione di Putin se davvero i Paesi Nato adottassero questa decisione. I pericoli di un’escalation del conflitto e di un coinvolgimento sempre più profondo dei Paesi dell’Alleanza Atlantica sono evidenti. E la guerra in Ucraina diventa una storia infinita in cui a ogni apertura per un tavolo di armistizio seguono nuove iniziative militari. Che, come in questo caso, rischiano di far precipitare la situazione e di far correre pericoli concreti alla pace nel mondo.