
Il conflitto interno al Movimento 5 Stelle tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo ha raggiunto un nuovo livello di intensità. In una lettera inviata al fondatore, Conte critica duramente l’approccio di Grillo, accusandolo di distorcere il ruolo di Garante e di voler esercitare un veto sulle decisioni del partito, andando contro i principi democratici su cui si basa il Movimento.
UNA LETTERA DURISSIMA
Conte ha scritto parole di estrema durezza, pur calate in un contesto in parte tecnico. Nella sua missiva, il leader dei 5Stelle ha sottolineato come il potere del Garante non possa trasformarsi in un diritto di veto, ma debba limitarsi a una moral suasion.

Il leader del Movimento rivendica il principio democratico, secondo il quale il potere sovrano di deliberare sulle singole questioni spetta all’assemblea degli iscritti. E in questi poteri è compreso quello di pronunciarsi rispetto ai principi fondativi, al simbolo e alle regole interne del movimento, come il limite del doppio mandato.
SCONTRO SUL POTERE DECISIONALE
Uno dei punti chiave della lettera riguarda la gestione del potere decisionale nel partito. Conte accusa Grillo di voler comprimere il confronto deliberativo e di presentare una visione personalizzata dei 5 Stelle, come se il fondatore fosse l’unico a poter decidere sulle loro sorti. Questo comportamento, secondo Conte, è contrario allo spirito originario del Movimento, che si fonda sulla partecipazione democratica e sulla libera discussione.

Infine, Conte fa riferimento alle recenti dichiarazioni pubbliche di Grillo, che starebbero alimentando il dibattito su una possibile scissione o contenziosi legali. L’ex premier avverte che, se questa situazione dovesse persistere, sarà costretto a rivedere accordi legati a contratti di pubblicità e comunicazione, oltre a valutare la sospensione di alcune prestazioni a carico del Movimento.
LE PAROLE DI GRILLO
“Non è possibile né aprire un confronto deliberativo” né “deliberare o mettere in discussione tra gli iscritti i principi fondativi del MoVimento 5 Stelle”, ovvero nome, simbolo e regola del doppio mandato. Così Beppe Grillo ha scrittonella diffida – che l’Adnkronos ha riportato – inviata al leader del M5S Giuseppe Conte lo scorso 5 settembre.
Questi principi, sottolinea il garante, rappresentano “elementi che costituiscono i nostri valori fondamentali e sono imprescindibili per la vita attuale e futura del MoVimento 5 Stelle e dunque – mette in guardia Grillo – nessuna consultazione tra gli iscritti potrà avere ad oggetto eventuali modifiche del nome del MoVimento 5 Stelle, delle modifiche o dell’uso del simbolo e della regola dei due mandati, come specificato nel mio post del 20 agosto u.s.”. Ma non è tutto. Secondo Grillo, non vi è spazio per una discussione nemmeno su “quegli ulteriori temi che dovessero risultare anche all’esito della consultazione tra gli iscritti in netto contrasto con i principi fondativi del MoVimento 5 Stelle, come ideato e fondato da me e Gianroberto Casaleggio”.
“La presente – ha detto Grillo – vale ad ogni effetto di legge e si formula espressa avvertenza che, in difetto di quanto sopra, sarò costretto ad esercitare tutti i miei poteri e prerogative per impedire che i nostri valori e principi vengano stravolti e snaturati”. Poteri che vengono richiamati da Grillo nell’incipit della mail: “Nella mia qualità di garante del MoVimento 5 Stelle scrivo per ribadire formalmente la mia posizione sulla imminente Assemblea costituente degli iscritti che è la seguente”.