Avete mai sentito parlare di Midea? Probabilmente no, ma segnatevi questo nome, perché si tratta del nuovo colosso cinese che nel giro di poco tempo si divorerà un’altra fetta di Europa e di Occidente. Nelle due più grandi e importanti manifestazioni europee dedicate all’elettronica di consumo è praticamente impossibile trovare un’azienda che non sia controllata o sostenuta economicamente da un colosso di origine asiatica. All’ultima IFA di Berlino, la presenza di espositori, manager, dirigenti, addetti stampa e anche semplici visitatori di origine orientale, soprattutto cinesi ma anche sudcoreani e giapponesi la faceva da padrona, così come le dimensioni degli stand dei loro marchi. Lo stesso è accaduto al Mobile World Congress di Barcellona. Oltre alle varie Alibaba, BYD, Haier, HiSense, Huawei, Lenovo, TCL e XIaomi, cè un altro colosso di cui in Europa (e soprattutto in Italia) si parla ancora poco ma che potrebbe essere la next-big-thing in arrivo da Pechino: stiamo parlando di Midea, che a IFA aveva uno stand grande come quelli di Honor e Google messi insieme e poco più piccolo di quello di LG. Ma cosa è e cosa fa questa azienda?
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Cosa è Midea e cosa fa
Midea è un’azienda fondata nel 1968 a Beijiao, quotata in Borsa a Shenzhen. Dichiara un fatturato annuo di oltre 51 miliardi di dollari e di avere oltre 30 stabilimenti in 16 Paesi del mondo che danno lavoro a quasi 170mila persone. Come molte società cinesi produce un po’ di tutto a prezzi accessibili a tutti. Si concentra in particolar modo su elettrodomestici grandi e piccoli, impianti di climatizzazione, aspirapolvere. Come racconta Emanuele Capone su Repubblica, In Italia è nota soprattutto per essere fra i fornitori di Mondo Convenienza (ma alcuni prodotti si trovano anche nei negozi di elettronica). “Senza saperlo, magari avete in casa un forno di Midea. O un frigo, una lavatrice o anche i fornelli”.
Come si muoverà Midea in Europa
Una voce che gira ormai insistentemente è che Midea sarebbe pronta a fare il grande passo: vorrebbe cioè comprarsi un’azienda europea che le permetta di meglio posizionarsi e accreditarsi nel settore. Scrive Capone: “Non è difficile immaginare quale, sia perché ne sono rimaste poche sia perché è un’operazione che quelli di Midea avevano già tentato l’anno scorso, offrendo poco meno di 4 miliardi di dollari per rilevare la svedese Electrolux (che non se la passa benissimo) e i marchi a essa collegati”. Al momento è solo una voce, certo, ma si sa che in questo ambiente le voci non sono mai solo voci.