La nuova tempesta politica che ha colpito Matteo Salvini non accenna a placarsi. Anzi, la situazione si fa sempre più tesa, considerate le possibili conseguenze sul governo di un’eventuale condanna del Ministro delle Infrastrutture. La Procura di Palermo ha chiesto sei anni di carcere per il leader della Lega, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per il caso Open Arms, che nel 2019 coinvolse 147 migranti bloccati in mare.
LO SCONTRO FRA SALVINI E BOLDRINI
Ma il dibattito non si ferma alle aule del tribunale: a far discutere sono le richieste di dimissioni avanzate dalla sinistra, in particolare da una delle “pasionarie” del tema migranti, Laura Boldrini. L’ex presidente della Camera, come sua abitudine, ha attaccato molto duramente: “Se Salvini fosse condannato, sarebbe inammissibile che restasse al suo posto”. Parole che hanno scatenato l’immediata reazione del vicepremier, che ha definito l’attacco “Una vergogna“. Salvini ha poi rincarato la dose: “Prima mi mandano a processo, poi auspicano le mie dimissioni. A sinistra non si pongono limiti alla vergogna”.
LA BATTAGLIA SUI FLUSSI MIGRATORI
L’aspro scontro tra Salvini e Boldrini rappresenta solo l’ultimo capitolo di una lunga battaglia politica sulla gestione dei flussi migratori. Boldrini, che dell’accoglienza senza se e senza ma ha fatto da sempre una sua bandiera, critica aspramente la linea dura adottata dall’ex ministro durante il suo mandato. Mentre Salvini difende con forza le sue azioni. “Con me ministro, gli arrivi sono calati del 95% rispetto al periodo in cui ha governato il Pd”, ha dichiarati il leader del Carroccio.
“Ne vado fiero: meno sbarchi significa anche meno morti durante i viaggi“, ha ribadito, ponendo l’accento sul fatto che molte delle imbarcazioni utilizzate dagli scafisti non siano omologate per i soccorsi. E spostando il focus della discussione sul fatto che per risolvere il problema bisogna intervenire alla base, impedendo che le navi dei trafficanti salpino dai porti africani.
DUE VISIONI OPPOSTE
Lo scontro fra gli esponenti di Pd e Lega parte da due visioni diametralmente opposte della questione. Da una parte, Salvini è convinto che la fermezza sia la chiave per fermare i flussi migratori e prevenire tragedie in mare. Dall’altra, Boldrini e in generale la sinistra vedono nella politica dei porti chiusi una negazione dei diritti umani.
Le tensioni politiche continuano ad aumentare, e il processo a Salvini si è già trasformato da tempo in un campo di battaglia non solo legale, ma anche ideologico. In gioco ci sono due visioni di società che sembrano davvero agli antipodi. Sospesa come una spada di Damocle, aleggia l’attesa sentenza per il caso Open Arms, che in caso di condanna del Ministro potrebbe avere conseguenze sconvolgenti sui nostri equilibri politici e su Palazzo Chigi.