La tragica morte di Chiara Jaconis, una turista 30enne originaria di Padova ma residente a Parigi, ha scosso l’intera città di Napoli. Chiara è stata colpita alla testa da un oggetto pesante – forse un vaso o una statuetta – mentre passeggiava ai Quartieri Spagnoli insieme al fidanzato, Livio. Nonostante l’immediato intervento dei medici e un tentativo disperato di salvarla con un’operazione neurochirurgica presso l’Ospedale del Mare, le ferite riportate erano troppo gravi, e la mattina del 6 settembre è stata dichiarata la sua morte cerebrale.
Il padre di Chiara, Gianfranco Jaconis, in lacrime, ha ripercorso le drammatiche ore dell’incidente: “Livio, il compagno di mia figlia, era lì, accanto a lei – ricorda Gianfranco Jaconis – Chiara è passata dalle risate al buio. Alla notte. Lui dice che era una statuetta. Io pensavo a un vaso, ma mi dice che è qualcosa di pesante, di strutturato. Bastava che l’avesse presa a un braccio, alla mano, alla spalla… l’ha centrata in pieno, in testa. Come se avesse preso la mira”.
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Gianfranco ha sottolineato come inizialmente avesse pregiudizi sulla sanità napoletana, ma la realtà ha superato le sue aspettative: ha trovato un ospedale ben attrezzato e, soprattutto, un’umanità e professionalità che lo hanno profondamente colpito. “Io sono di origine calabrese, quindi lungi da me avere pregiudizi. Quando mi hanno detto di venire a Napoli, però, forse avevo qualche pregiudizio. Non vi nascondo che pensavo di trovare un ospedale fatiscente. Invece ho trovato un ospedale bellissimo ma soprattutto medici e paramedici che hanno dimostrato tutta la loro umanità. Sono entrati nel mio cuore e voglio ringraziarli anche pubblicamente. Ho detto loro che devono essere orgogliosi di quello che sono, sono stati fantastici. A loro il più grande degli abbracci perché ho rivisto tutti i miei pregiudizi, ho trovato un ospedale favoloso e soprattutto un’umanità su cui non avevo dubbi. Complimenti a Napoli, alla sanità campana, ai medici. Fantastici.
L’indagine sulla morte di Chiara ha ora cambiato ipotesi di reato, passando da lesioni colpose a omicidio colposo. La Procura della Repubblica di Napoli sta cercando di chiarire esattamente cosa sia accaduto, e se sia stata una fatalità o un incidente dovuto a negligenza. Gianfranco spera che non venga disposta un’autopsia, ritenendo che la causa della morte della figlia sia già evidente, e desidera riportare al più presto Chiara a Padova per i funerali.