Il celebre marchio statunitense di contenitori in plastica, Tupperware, si trova sull’orlo della bancarotta. Dopo anni di difficoltà economiche, l’azienda ha avviato la procedura di fallimento, presentando la richiesta presso la corte del distretto del Delaware. Con il ricorso al Chapter 11, Tupperware mira a ristrutturare i propri debiti e cercare soluzioni per un rilancio. Il bilancio è preoccupante: si parla di un passivo stimato tra uno e dieci miliardi di dollari, con creditori che vanno dai 50 ai 100 mila.
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Laurie Ann Goldman, amministratrice delegata dell’azienda, ha spiegato agli investitori la situazione: “La nostra posizione finanziaria ha subito un forte impatto a causa del difficile contesto macroeconomico”. Goldman ha anche tracciato la via per il futuro: “Stiamo cercando alternative strategiche per supportare la trasformazione dell’azienda verso un modello più digitale e tecnologico”.
Una crisi annunciata
Il declino di Tupperware non è recente. Già da tempo, la società ha dovuto fare i conti con vendite in calo e una concorrenza sempre più agguerrita. Nel 2022, il fatturato è sceso a 1,3 miliardi di dollari, con un calo del 42% rispetto a cinque anni prima. I lockdown in Cina, l’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti, e la crescente attenzione dei consumatori verso prodotti più sostenibili hanno contribuito al crollo delle vendite. Per sei trimestri consecutivi, a partire dal 2021, le vendite sono diminuite, portando l’azienda verso questa difficile situazione.
Tupperware, fondata nel 1946 dal chimico Earl Tupper, ha rivoluzionato il mercato con i suoi contenitori in plastica dotati di chiusura ermetica. Negli anni ’50, grazie alla strategia delle vendite porta a porta introdotta da Brownie Wise, il marchio è diventato un’icona nelle case di milioni di famiglie in tutto il mondo. Tuttavia, l’innovazione che un tempo aveva reso Tupperware un pioniere nel settore non è bastata a fronteggiare i cambiamenti del mercato globale.
Ora, con la procedura di fallimento avviata, l’azienda cerca di risollevarsi, ma il futuro del marchio rimane incerto.