Caso archiviato. Nessun procedimento per la pm del caso Yara Gambirasio, Letizia Ruggeri, indagata per frode processuale e depistaggio a Venezia. Il nucleo della disputa risiedeva nella conservazione di 54 campioni di DNA estratti dagli abiti della vittima, contenenti tracce di DNA misto di Yara e del suo assassino. Questi campioni erano stati trasferiti dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele, dove erano conservati a -80°C, all’ufficio Corpi di reato del Tribunale di Bergamo, senza che la corte d’Appello di Bergamo avesse ancora deliberato sulla questione. La difesa di Bossetti sosteneva che tale trasferimento, interrompendo la conservazione a basse temperature, avrebbe compromesso i campioni, rendendoli inutilizzabili per eventuali nuove analisi, fondamentali per un possibile giudizio di revisione.
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Il GIP Alberto Scaramuzza ha però accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Venezia, confermando che Letizia Ruggeri ha agito correttamente. La procura ha ribadito che la decisione del cambio di destinazione dei campioni non era dettata da una volontà di distruggere prove, ma piuttosto da una scelta prudente, successiva alla pronuncia definitiva della Cassazione sul caso Bossetti. Inoltre, secondo la procura, la prova scientifica che ha portato alla condanna del muratore è rimasta solida e non vi sono elementi che giustificherebbero una revisione del processo.
La difesa di Bossetti, rappresentata dall’avvocato Claudio Salvagni, ha invece sostenuto che la pm Ruggeri aveva agito consapevolmente per rendere inutilizzabili i reperti, temendo che nuove analisi avrebbero potuto scagionare Bossetti. Tuttavia, il GIP ha respinto queste accuse, chiudendo il procedimento a carico della pm.