Le separazioni e i divorzi, si sa, rappresentano un terreno di coltura pefetto per fare emergere il peggio dalle persone. Non sempre, ma frequentamente liti, ripicche, comportamenti ai limiti e a volte anche palesemente oltre gli stessi coinvolgono i membri della coppia che si lascia.
Ma quello che ha fatto un 53enne torinese ai suoi figli per vendicarsi dell’ex moglie, dopo che la donna si era trovata un altro compagno, è veramente inedito. E conquista una posizione privilegiata in questa ipotetica “fiera delle stranezze“. Detto così può far sorridere, ma in realtà dietro alla notizia c’è una brutta storia di maltrattamenti che si protrae nel tempo.
Lo stemma della Juventus
La questione è emersa in tutta la sua gravità quando il 53enne torinese, juventino convinto, non sopportando che l’ex moglie avesse cominciato a frequentare un altro uomo – per di più tifoso della Roma – ha deciso di vendicarsi attraverso i figli, che all’epoca avevano 6 e 9 anni.
Il comportamento del padre è stato subdolo e psicologicamente violento. Approfittando dei giorni in cui i piccoli erano con lui, ha costretto i ragazzi a rasarsi i capelli, in modo tale che sulla loro testa apparisse lo stemma della Juventus. Un’imposizione che ha provocato un trauma ai due piccoli, che si erano abituati ad andare a scuola con il cappuccio perché si vergognavano di farsi vedere in quel modo.
Una lunga storia di maltrattamenti
Secondo la versione dell’imputato, erano stati i bambini stessi a richiedere quel taglio di capelli, dichiarandosi Juventini convinti. Ma la madre, durante la sua testimonianza in aula, lo ha smentito totalmente. “I miei figli dicevano di non volere assolutamente essere conciati così,” ha raccontato la donna, descrivendo come l’anno scolastico dei suoi ragazzi fosse diventato un calvario per via di quella imposizione paterna.
Il 53enne, tra l’altro, non si sarebbe limitato a rasare i capelli dei piccoli in quel modo, ma li avrebbe anche minacciati. “Vi raso tutta la testa così sembrate malati o cretini“, sarebbe una delle frasi rivolte ai poveri ragazzini. E questi gesti vili e prepotenti, purtroppo, farebbero parte di una lunga e triste storia di maltrattamenti.
Quando il calcio è solo l’inizio
Le imposizioni e le vessazioni verso i figli sono state parte di una spirale di abusi che si sarebbe intensificata dopo la fine della relazione tra l’uomo e la madre dei bambini. Per esplodere quando lei ha iniziato a frequentare un tifoso romanista. Strattonamenti, padellate in testa e persino spinte che hanno fatto cadere i ragazzini dalle sedie: queste sono solo alcune delle accuse che pendono sul padre, attualmente a processo.
Il caso più grave è quello del figlio maggiore, che, secondo l’accusa, sarebbe stato spinto violentemente dal padre. Il ragazzino avrebbe sbattuto la faccia sul tavolo, tanto da ricavarne come conseguenza un bozzo pronunciato sul naso. Il padre avrebbe cercato di giustificare la presenza dell’ecchimosi con una scusa, ma la piccola vittima ha riferito ai medici la vera dinamica dell’accaduto durante una visita all’ospedale Sandro Pertini di Roma.
Un bozzo sul naso e un segreto svelato
Come conseguenza a questi comportamenti del genitore, ogni volta che i bambini andavano a passare del tempo con il padre tornavano nervosi e intrattabili. I loro atteggiamenti si facevano strani e i fratellini apparivano sempre più chiusi. “Tiravano oggetti e gettavano cuscini per terra,” ha raccontato la madre, riassumendo gli effetti collaterali di anni di maltrattamenti. Ora spetterà alla giustizia fare il suo corso per tutelare i due fratelli.
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