Totò Schillaci, ex attaccante della Nazionale Italiana, noto per le sue performance con Inter e Juventus, è morto a soli 59 anni dopo una lunga lotta contro un tumore al colon diagnosticato all’inizio del 2022. Nonostante due interventi chirurgici e le terapie ricevute, Schillaci non è riuscito a vincere la battaglia contro questa grave malattia. Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni, segnando un tragico epilogo per uno degli sportivi italiani più amati degli anni ’90.
Cos’è il tumore al colon e chi colpisce
Il tumore del colon-retto è un cancro che si sviluppa nei tessuti del colon o del retto, parti del tratto intestinale. Esso si manifesta con una crescita incontrollata delle cellule epiteliali, causando disturbi gastroenterici. Questa forma di cancro, che colpisce sempre più persone giovani, è responsabile di circa il 10% di tutti i casi di cancro diagnosticati ogni anno nel mondo.
I sintomi e l’importanza della diagnosi precoce
Tra i sintomi più frequenti si segnalano dolori addominali, cambiamenti nelle abitudini evacuative come diarrea o stitichezza, anemia e perdita di sangue tra le feci. Questi segnali, spesso sottovalutati o confusi con disturbi meno gravi, sono fondamentali per una diagnosi tempestiva. Grazie allo screening precoce, che include test del sangue occulto nelle feci e colonscopie, è possibile individuare la malattia in uno stadio iniziale, migliorando significativamente le possibilità di guarigione.
Fattori di rischio e prevenzione
I fattori di rischio per il tumore al colon-retto possono essere suddivisi in modificabili e non modificabili. Tra quelli modificabili vi sono fumo, consumo eccessivo di alcol, dieta ricca di carni rosse e grassi e vita sedentaria. I fattori non modificabili includono la familiarità e alcune malattie genetiche o infiammatorie. La prevenzione, quindi, gioca un ruolo cruciale: adottare una dieta equilibrata, fare esercizio fisico regolare e sottoporsi agli esami di screening può ridurre significativamente il rischio di sviluppare la malattia.
Prospettive di cura e sopravvivenza
Nonostante il primo anno dopo la diagnosi sia considerato il più critico, le statistiche in Italia mostrano un miglioramento della sopravvivenza a 5 anni, che si attesta intorno al 65-66%. Tuttavia, la malattia metastatica resta una delle più difficili da curare, con una sopravvivenza inferiore al 20%.