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Caos Ucraina, perché Putin sta arruolando altri 180.000 uomini? L’esperto: “Ecco cosa succederà”

Pubblicato: 19/09/2024 11:08

Perché Vladimir Putin ha deciso di arruolare altri 180.000 uomini nelle forze armate russe? La decisione, sebbene possa sembrare legata alla situazione in Ucraina e all’offensiva di Kiev a Kursk, nasconde una strategia più ampia.

Lo ha spiegato in un’intervista con Riccardo Amati, pubblicata su Fanpage, Frank Ledwidge, ex membro dell’intelligence militare britannica. Ledwidge possiede una vasta esperienza in conflitti come quelli dei Balcani, Iraq e Afghanistan. Nell’intervista, l’esperto ha offerto un’analisi dettagliata sui motivi che hanno spinto lo Zar a questa mossa e sulle sue implicazioni per il futuro della guerra.

Espansione Militare e Difesa Russa

Secondo Ledwidge, l’espansione delle forze armate russe, unita alla crescente fornitura di armamenti iraniani, suggerisce che la Russia si stia preparando per un conflitto prolungato e che il rischio di un negoziato di pace con Mosca in posizione di forza sia sempre più concreto. L’inserimento di altri 180.000 soldati nell’esercito russo “non ha a che vedere con l’offensiva di Kiev nella regione di Kursk, che è stata un errore strategico”.

L’esperto sottolinea che la decisione di Putin è più legata al consolidamento della resilienza militare russa. “Questo è solo un altro scalino nella direzione dell’espansione delle forze, un processo iniziato l’anno scorso con l’aumento dell’esercito a quasi due milioni di soldati”.

Una “Economia della Morte”

La strategia di arruolare volontari, e non coscritti, è facilitata dal pacchetto di incentivi economici offerti dal Cremlino. Secondo Ledwidge, la Russia sta costruendo un sistema che Vladislav Inozemtsev, economista russo, ha chiamato “economia della morte“. “Le famiglie dei soldati caduti”, ha spiegato l’esperto, “ricevono enormi risarcimenti rispetto al basso tenore di vita nelle aree più remote della Federazione”.

Questa combinazione di patriottismo, propaganda e vantaggi economici per ora, nonostante fonti occidentali la pensino diversamente, sembra funzionare. “Putin non avrà problemi a trovare questi 180.000 uomini”, afferma Ledwidge, “anche nelle città più grandi come San Pietroburgo e Mosca, dove l’offensiva ucraina ha aumentato il senso di minaccia“.

L’Errore Strategico dell’Ucraina a Kursk

Ledwidge considera l’offensiva ucraina nella regione di Kursk un errore strategico a lungo termine. “L’operazione Kursk ha rafforzato la narrativa del Cremlino: che la Russia sta combattendo per difendere la patria e che la NATO è alle porte“.

Secondo Ledwidge, l’Ucraina ha aperto un nuovo fronte che dovrà mantenere per motivi essenzialmente politici, utilizzando cinque delle sue migliori brigate “inchiodate sul terreno”. Questo, unito ai problemi di logistica che stanno emergendo, potrebbe complicare ulteriormente la situazione per Kiev.

La minaccia iraniana

Un altro fattore preoccupante è la crescente fornitura di armamenti iraniani alla Russia, in particolare i missili a corto raggio Fath 360, che Ledwidge paragona agli Himars. Questi missili permettono alla Russia di risparmiare i suoi Iskander a lunga gittata: “Sono difficili da intercettare e costringono l’Ucraina a utilizzare i suoi migliori sistemi di difesa aerea”.

In futuro, è possibile che l’Iran fornisca alla Russia armi ancora più avanzate, tra cui missili a lunga gittata e droni sofisticati, il che potrebbe spostare ulteriormente l’equilibrio militare a favore di Mosca. Va però considerato il contraltare della possibile autorizzazione europea e americana all’uso di armi occidentali in territorio russo. Un’eventualità che alzerebbe i toni dello scontro in modo preoccupante, con rischi globali non indifferenti.

Le Prospettive per un cessate il fuoco

Secondo Ledwidge, il conflitto potrebbe finire con negoziati solo quando la Russia avrà completato l’occupazione del Donbass. “Stanno morendo mille soldati ogni giorno, sia da una parte che dall’altra, ma i russi continuano a guadagnare terreno”, afferma.

Inoltre, l’esperto ritiene che Kiev e l’Occidente debbano abbandonare l’idea di riconquistare tutti i territori invasi. “La narrativa secondo cui l’Ucraina può riconquistare tutte le sue regioni invase ha ormai perso credibilità“, ha concluso l’esperto.

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