Daniele De Rossi è stato esonerato dalla Roma in modo del tutto inaspettato. Nemmeno l’ex tecnico giallorosso immaginava che potesse accadere, quando i proprietari del club, i Friedkin, sono arrivati nella Capitale con un volo privato dagli Stati Uniti, senza preavviso. Poco dopo essere arrivati a Trigoria, lo hanno convocato per comunicargli la decisione.
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Divergenze interne
De Rossi, visibilmente spiazzato e deluso, non ha reagito bene alla notizia. Ufficialmente, il club ha giustificato la separazione con i risultati, come indicato nel comunicato ufficiale, ma dietro la decisione sembrano esserci anche divergenze interne, soprattutto riguardanti il mercato e alcune tensioni con la proprietà.
Secondo alcune ricostruzioni, l’ex capitano giallorosso ha lasciato rapidamente il centro sportivo, raccogliendo in fretta i suoi effetti personali. Prima di andarsene, avrebbe confidato ai dipendenti una frase che lascia poco spazio ai dubbi: “Stavolta alla Roma non torno più…”. Queste parole, pronunciate con evidente amarezza, testimoniano il profondo rammarico di De Rossi per l’accaduto.
All’uscita, alcuni tifosi lo attendevano per foto e autografi. Nonostante la tensione del momento, De Rossi non si è negato, abbassando il finestrino dell’auto e regalando qualche sorriso ai sostenitori che lo hanno incoraggiato apertamente. Il lavoro svolto da De Rossi, da quando aveva preso il posto di Mourinho lo scorso gennaio, era stato apprezzato, anche per il suo coinvolgimento nelle scelte di mercato insieme al direttore sportivo.
Il malcontento per l’esonero è stato palpabile, ma De Rossi ha mantenuto la calma. Poche ore dopo, ha riunito il suo staff per un pranzo in un ristorante di Piazza del Fico, vicino al suo appartamento. Era un modo per ringraziare il suo team per il lavoro svolto insieme fino a quel momento. Roma e i suoi tifosi sanno quanto De Rossi abbia dato per la squadra, e per questo motivo, la sera stessa, un gruppo di sostenitori giallorossi si è radunato sotto casa sua, con cori, fumogeni e striscioni, per omaggiarlo e sostenere il suo nome.
La vicenda ha lasciato un segno profondo, ma ha anche confermato l’amore incondizionato che Roma ha per uno dei suoi simboli più amati.