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Strategia bifronte, Meloni incontra Draghi mentre i suoi Conservatori lo attaccano

Pubblicato: 19/09/2024 07:26

A Palazzo Chigi, l’incontro tra Giorgia Meloni e Mario Draghi segna un momento cruciale di dialogo e collaborazione. I temi trattati non sono di poco conto: i rapporti con Bruxelles, la crisi economica e le sfide macroeconomiche che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi anni. Draghi, ex presidente del Consiglio e figura di rilievo internazionale, offre suggerimenti concreti a Meloni per evitare una possibile procedura d’infrazione per deficit eccessivo. La premier, consapevole dell’importanza di mantenere un canale aperto con una personalità del calibro di Draghi, ascolta attentamente, soprattutto quando si tocca il delicato tema degli eurobond, considerati uno strumento essenziale per gestire la crisi finanziaria.

Nonostante la collaborazione apparente, però, Meloni gioca su due piani distinti. Da una parte, durante l’incontro con Draghi, si mostra aperta al dialogo e disposta a considerare alcune delle sue proposte, come l’uso del debito comune. Dall’altra, contemporaneamente, il suo partito di riferimento in Europa, i Conservatori europei (Ecr), pubblica un attacco frontale proprio contro il piano dell’ex premier. Su “The Conservative”, rivista vicina ai sovranisti europei, l’italiano Alessandro Imperiali firma un articolo che demolisce l’idea di superare il meccanismo dell’unanimità in Europa, tema centrale nelle proposte di Draghi, e mette in dubbio la fattibilità degli eurobond come soluzione per la stabilità economica.

Il pezzo non si limita a esprimere perplessità tecniche, ma contesta radicalmente l’approccio di Draghi, giudicando il suo piano un intervento pubblico eccessivo che rischierebbe di essere dannoso per l’economia europea. Si evidenzia la resistenza dei Paesi frugali e i vincoli imposti dal Patto di stabilità, sollevando anche critiche sull’impostazione “troppo radicale” per quanto riguarda la transizione ecologica. Meloni, quindi, si trova a giocare una partita su due fronti: da un lato si confronta con Draghi, riconoscendo l’importanza di una figura influente per mantenere credibilità internazionale e cercando una sponda in Europa; dall’altro, però, lascia che il suo partito attacchi senza riserve il piano dell’ex premier, in linea con la visione sovranista che respinge l’idea di un’Europa federale.

Questa strategia bifronte mette in luce la doppia natura della premier: pragmatica e disposta al compromesso sul piano istituzionale, ma allo stesso tempo ben attenta a preservare il consenso tra le sue basi politiche più conservatrici e sovraniste, soprattutto in vista dei prossimi equilibri europei. L’apparente dialogo con Draghi nasconde quindi una partita politica più complessa, in cui Meloni cerca di bilanciare le esigenze del governo con quelle della sua rete internazionale.

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