Durante l’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, Gabriella Giordani, amica di Emanuela, ha rivelato dettagli su di una telefonata anonima ricevuta da sua madre subito dopo la scomparsa di Emanuela. “Dissero a mia madre che doveva andare all’hotel Sant’Anna a prendere un pacchetto. Sono state avvertite le autorità competenti e non ci hanno mandato, ma so che loro sono andate”. Durante la chiamata, sua madre notò che il telefonista aveva un accento americano.
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Giordani ha spiegato che, a suo parere, la sua famiglia fu contattata in base alla sua amicizia con Emanuela, poiché non credeva che il suo nome fosse presente su documenti ufficiali o agende. Sua madre aveva il sospetto di essere stata pedinata, ma non ebbe mai conferme, solo sensazioni. Giordani ha sottolineato che non ha mai percepito pressioni per non parlare. “Mi è stato raccontato che trovarono un biglietto, qualcosa di scritto”. A chi le chiedeva in che modo, secondo lei, fossero arrivati a lei e alla sua famiglia, Giordani ha risposto: “Parlando con lei (Emanuela ndr) perché non credo che il mio nome fosse scritto nelle agende”.
In merito ai racconti che Emanuela le faceva, Giordani ha dichiarato che l’amica non le aveva mai menzionato di essere stata pedinata o molestata. L’audizione si è conclusa con il ringraziamento del presidente della Commissione, Andrea De Priamo: “Voglio ringraziare la signora Giordani perché al di là dell’utilità più o meno ampia delle informazioni che ci ha dato, ha trasmesso un’empatia e un sentimento sincero verso Emanuela che non sempre e non tutti – ovviamente la famiglia sì – hanno trasmesso”.