Katia Da Silva Pereira, la donna brasiliana di 44 anni finita agli arresti domiciliari con le cause di omicidio stradale plurimo e lesioni gravissime, vive da una decina di anni a Viareggio. La sua abitazione è vicino l’ex Campo di Aviazione, è madre di tre figli e ha come compagno un esercente di Viareggio, molto noto fra gli ultras. «La vediamo passeggiare ma non c’è mai stata occasione di parlarci», ha raccontato al Corriere della Sera una persona che vive in quella via. E ancora: «Sì, la conosciamo. Viene talvolta a prendere il caffè. È una persona gentile. Saluta, consuma, paga e se ne va». In passato soltanto un piccolo precedente per guida in stato d’ebbrezza, al momento non risulta avere un’occupazione.
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La polizia ha ricostruito il momento del drammatico incidente che ha portato alla morte di due giovani turiste tedesche. La donna sarebbe andata a riprendere un’amica a Camaiore per poi fare rientro nella sua abitazione. In queste ore la polizia stradale e il Commissariato di Viareggio starebbe anche cercando di ricostruire le due ore precedenti al sinistro. La signora Pereira è rimasta confinata all’interno della sua abitazione e non è neppure uscita in una sorta di spazio esterno delimitato dal muro d’ingresso.
All’interno della casa non si sarebbe presentato nessuno a trovarla. La donna è stata portata nella sua abitazione dalla polizia verso le 1.30 di mercoledì 18 settembre dopo che aveva passato una visita medica all’ospedale Unico della Versilia, dove era stata trasportata subito dopo l’incidente per gli accertamenti su eventuale presenza di tracce di alcol e di sostanze stupefacenti. Tracce che sono state escluse. «Non ricordo nulla» ha detto ai poliziotti che l’hanno ascoltata. Nei prossimi giorni sarà riascoltata per cercare di dare una spiegazione a quello che per ora sembra inspiegabile.