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Europa, provincia della Nato: ma i loro interessi sono anche i nostri?

Pubblicato: 23/09/2024 16:03

Si capisce dalla nuova Commissione UE che il tempo della pace è finito ed è tempo di guerra. I portafogli più importanti, Economia, Difesa ed Esteri sono andati a piccolissimi paesi, le cui popolazioni raggiungono la Lombardia, che sono quelli però più atlantici. La linea del Nord della Nato, fondamentale per la contrapposizione alla Russia, ha stravinto. D’altra parte pure la Von der Leyen viene da quel mondo, avendo ricoperto il ruolo di ministro della Difesa in Germania. Gli interessi atlantici hanno surclassato quelli di paesi fondatori  ormai nobili decaduti, come Francia, Belgio, Italia. La Germania,  pur in recessione economica e politica, resta in sella perché si affaccia anch’essa sul mare del Nord, dove viene lanciata la sfida alla Russia putiniana. Questa visione dell’Europa baltica, potremmo definire norrena, ha un senso culturale, i vichinghi, da cui discendono anche i Rus’ di Kiev, erano indomita combattenti, la pace gli riduceva la possibilità di saccheggio e soprattutto non gli consentiva di entrare nel Walhalla. È come se fossimo tornati all’anno 1000 D.C., saltando un intero millennio carolingio, il Sacro Romano impero, il dominio spagnol, il rinascimento italiano e via discorrendo. Secoli di culture, di ordini benedettini o francescani, poeti, filosofi, da Spinoza a Cartesio, cattedrali e biblioteche spazzate via da Odino e compagni, sotto l’egida del nuovo Walhalla, la Nato, con la Lockheed al posto di Loki, e i cacciabombardieri invece del martello di Thor.

Siamo sicuri che gli interessi della Nato coincidano con quelli europei? Chi comanda nella Nato, e dove ci porta? Al di là che Putin è brutto e cattivo. Ma  soprattutto non sarebbe meglio avere una forza di difesa esclusivamente nostra. Invece di innalzare la quota del PIL per darla agli appaltatori Nato? Le domande non se le dovrebbero fare esclusivamente i pacifisti di mestiere, ma tutti gli altri europei.

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