Con un editoriale a firma del direttore Claudio Cerasa, Il Foglio ha lanciato un appello per assegnare il premio Nobel per la Pace al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo Cerasa, il Presidente ucraino rappresenta una figura emblematica nella difesa della libertà, non solo per l’Ucraina, ma per l’intero ordine liberale mondiale.
Cerasa, nel lanciare la sua proposta, ha sottolineato come il Comitato norvegese del Nobel abbia, negli ultimi anni, premiato figure capaci di incarnare la lotta per la libertà. Secondo il direttore del quotifiano italiano, Zelensky ha dimostrato una resistenza straordinaria contro l’invasione russa, riuscendo a mandare un messaggio chiaro ai dittatori di tutto il mondo: la democrazia non è debole e può difendersi contro le aggressioni illiberali.
La lotta per la libertà
Nel suo editoriale, il direttore enfatizza il ruolo del leader ucraino, che sarebbe riuscito a ridimensionare i sogni espansionistici di Vladimir Putin, a ridare slancio alla Nato e forzare molti Paesi neutrali a prendere una posizione chiara nel conflitto. Attraverso il suo esempio, il presidente ucraino avrebbe costretto l’Europa a emanciparsi dalla dipendenza energetica russa, dimostrando che le democrazie hanno gli anticorpi per resistere alle dittature.
Opinioni critiche e discussioni
La proposta di Cerasa ha registrato apprezzamenti ma anche reazioni di segno opposto. Alcuni critici vedono questa proposta come una manovra politica a sostegno dell’agenda occidentale e filo-Nato, lontana dalla neutralità che dovrebbe caratterizzare il premio. Zelensky, secondo queste voci, ha adottato una posizione intransigente, rifiutando qualsiasi compromesso con la Russia e prolungando il conflitto grazie al continuo sostegno economico e militare degli Stati Uniti.
Inoltre, gli oppositori ricordano che all’interno dell’Ucraina, il leader celebrato come simbolo della democrazia ha sospeso diritti fondamentali con l’introduzione della legge marziale, obbligando migliaia di uomini a combattere in una guerra che molti ritengono devastante e distruttiva.
Era inevitabile che la proposta del Foglio creasse un dibattito, in particolare fra chi è fautore di un progetto di pace che porti alla fine del conflitto e chi, invece, è più intransigente e considera fondamentale non lasciare che Putin possa uscire dal conflitto come vincitore.