Crescono le tensioni tra Israele e Libano, con segnali sempre più evidenti di una possibile invasione da parte delle forze israeliane nel sud del Paese confinante. Secondo Uri Gordon, comandante delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) nel nord, le truppe “devono mantenersi pronte all’azione e all’invasione”, un’indicazione che alimenta i timori di un’escalation del conflitto con il movimento sciita Hezbollah. Parallelamente, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele è pronto a colpire Hezbollah “con tutte le sue forze” per proteggere i civili israeliani dalle crescenti minacce dei razzi lanciati dal Libano.
Mentre la situazione si deteriora, sono stati avviati colloqui tra Israele e gli Stati Uniti per esplorare la possibilità di un cessate il fuoco temporaneo in Libano. Tuttavia, il presidente americano Joe Biden ha avvertito che “una guerra totale in Medio Oriente resta possibile“, una prospettiva preoccupante che potrebbe destabilizzare ulteriormente l’intera regione. La CNN ha anche riportato il dispiegamento di truppe statunitensi a Cipro, una mossa che sottolinea i timori di un’escalation militare.
50 morti e centinaia di feriti: l’inferno in Libano
Nel frattempo, la situazione sul campo è drammatica. L’ultimo raid israeliano in Libano ha causato oltre 50 morti e 223 feriti, aggravando ulteriormente il bilancio delle vittime di un conflitto che sembra avvicinarsi a una fase ancora più critica. L’esercito israeliano ha anche intercettato un missile lanciato da Beirut verso Tel Aviv, che secondo fonti libanesi era diretto contro il quartier generale del Mossad, il servizio segreto israeliano. In risposta all’escalation, Israele ha mobilitato due brigate di riservisti, pronte a essere dispiegate nel nord del Paese.
Sul fronte diplomatico, l’ONU ha convocato per mercoledì una riunione di emergenza per discutere la crisi, mentre Antonio Tajani ha esortato tutti i cittadini italiani presenti in Libano a lasciare il Paese il prima possibile, evidenziando la gravità della situazione.
Nonostante l’escalation e i preparativi militari, il Pentagono ha dichiarato che un’invasione di terra israeliana in Libano non appare “imminente”. Tuttavia, la mobilitazione delle truppe e il continuo lancio di razzi da parte di Hezbollah indicano che la situazione rimane estremamente volatile e imprevedibile.
Il governo israeliano, sotto la guida di Netanyahu, ha espresso la sua determinazione a usare “tutta la sua forza” contro Hezbollah per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani nelle regioni settentrionali, duramente colpite dai razzi provenienti dal Libano. Con il crescente rischio di una guerra su vasta scala, la comunità internazionale segue con apprensione l’evolversi della crisi, nella speranza che la diplomazia possa ancora prevenire un conflitto devastante.