“C’è un tempo per la guerra e un tempo per la pace, si legge nella Bibbia, che è il grande romanzo sulla nostra vita. Ma quello in cui stiamo vivendo non è, purtroppo, il tempo della pace”. Le parole di Aldo Cazzullo focalizzano la drammatica attualità di queste ore attraverso la (ri)lettura dei testi sacri. Pagine profetiche? Gli insegnamenti che fornisce la Bibbia non possono non essere connaturati alla storia terrena – e non solo – del genere umano. Con tutte le sue virtù e le tante debolezze. Come l’insegnamento divino aveva previsto migliaia di anni fa.
Cazzullo sta presentando il nuovo libro uscito in questi giorni per Harper&Collins, con un titolo evocativo e intimista: “Il Dio dei nostri padri, il grande romanzo della Bibbia”. Lo scrittore anche questa volte insegue il suo lungo e ostinato percorso alla ricerca delle nostre radici. Quelle di noi italiani, che il più delle volte “coincidono” con quelle del mondo antico e moderno.
“Nei miei libri sono sempre andato alla ricerca dei ricordi e dell’identità italiani, come in quello sulla Grande guerra del 1915-1918 (“La Guerra dei nostri nonni”, ndr), sul fascismo, sulla Resistenza, sulla ricostruzione (“Basta piangere”, ndr). Poi ci sono quelli su Dante e sull’Impero romano. Ora sono andato ancora più indietro, fino alla Bibbia: è un grande romanzo”.
A proposito di radici, anche le sue sono tornate alla luce attraverso la Bibbia, che ha ripreso a leggere proprio negli ultimi giorni di vita di suo padre.
“Sì, io dico che non ho ritrovato la fede ma ho ritrovato la speranza di poter rivedere mio padre. Ho infatti ricominciato a leggerla in ospedale, dove era ricoverato in fin di vita. Lui era molto religioso e cattolico praticante. Io ho fatto il chierichetto in chiesa da piccolo e poi sono di Alba, dove le edizioni Paoline pubblicavano tante storie tratte dalla Bibbia. È stata un’emozione tornare a leggerla e poi scriverne”.
Perché dobbiamo considerare la Bibbia una lettura ancora oggi attualissima?
“Per le storie, ovvero per la storia del mondo, che narra e che arrivano a noi anche attraverso l’attualità. Lì ci sono le radici del Cristianesimo, dell’Ebraismo e anche alcuni spunti del Corano, libro sacro per l’Islam. Ma è anche un fondamentale strumento per aver ispirato la grande arte, soprattutto la nostra: pensiamo a Giotto, a Michelangelo, a Raffaello che ci hanno lasciato delle opere straordinarie che nascono dalla Bibbia”.
Ma questo libro parla anche di argomenti meno nobili, come può essere la guerra?
“Sì, come quando Dio si lamenta con Saul per i pochi nemici della fede uccisi, o come quando si parla dei filistei che sono gli antenati dei palestinesi. Mentre la fuga nel Sinai e l’apertura del Mar Rosso fanno tornare alla mente, tremila anni dopo, i fatti del 1967 nella guerra tra Egitto e Israele. Nella Bibbia ci sono le radici della guerra e quelle della pace”.
Ma il Medio Oriente continua a essere una terra infiammata da conflitti e divisioni. Nonostante le radici comuni delle tre religioni più vicine a noi, dopo migliaia di anni lì si generano ancora guerre sanguinose e miserie.
“Purtroppo dobbiamo constatare che questo non è il tempo della pace. Oltre al Medio Oriente è in atto lo scontro russo-ucraino, in Europa. Questo è un tempo drammatico, se ripenso a quello della pace maturato dopo la caduta del Muro di Berlino: nel 1993 gli accordi di Oslo con Arafat e Rabin facevano presagire una fase di convivenza tra i popoli ebraico e palestinese. È vero che nella Bibbia si parla anche di violenza, di stragi e di massacri. Ma è anche vero che tutti discendiamo da un unico uomo. Siamo stati fatti tutti uguali a somiglianza di Dio, da lui discende Abramo e da questo tutte le nazioni della terra”.
La Bibbia, come lei ricorda, non parla della morte bensì della vita eterna. Ma poi rileva che, in fondo, la morte fa parte della vita.
“Esattamente. La vita eterna ci dà la forza per avere una grande speranza, perché esiste un Dio misericordioso che accoglie i giusti. La Bibbia scrive che Dio non ha creato la morte, il vero regno dei morti infatti è sulla terra e la giustizia è immortale”.
Un’altra figura centrale nella Bibbia è quella di Eva, ovvero quella della donna. È Eva la madre di tutti noi?
“Eva nonostante l’avvertimento divino coglie il frutto che rappresenta la conoscenza del bene e del male. Senza quella sua disobbedienza noi ci saremmo annoiati a morte, mentre grazie a Eva, che ha dimostrato curiosità e coraggio, oggi possiamo vivere pienamente la vita che è frutto di quel suo dono”