Scatta l’allarme in Veneto a causa dell’aumento della circolazione del Covid. Tutta colpa del recente abbassamento delle temperature e, soprattutto, della comparsa della nuova variante denominata XEC, che appartiene sempre alla famiglia Omicron, ma è caratterizzata da una maggiore capacità di diffusione. I sintomi però sono identici a quelli delle altre varianti: febbre, dolori muscolari, stanchezza, tosse, mal di gola.
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Covid, le caratteristiche della variante XEC
La variante XEC, dopo essere stata sequenziata per la prima volta a Berlino a fine giugno, si è diffusa rapidamente in tutta Europa, in Nord America e in Asia. I vaccini esistenti dovrebbero però coprirla. Per questo i medici consigliano la vaccinazione. Come nel caso del Veneto, appunto, dove si stanno registrando i dati più preoccupanti in termini di contagi, secondo l’ultimo aggiornamento reso noto dalla Regione e dal ministero della Salute il 24 settembre.
I nuovi casi di Covid in Veneto sono 1.706: 964 donne e 742 uomini. La classe di età più colpita è quella tra 45-64 anni, anche se sono in crescita le curve relative a tutte le fasce d’età e infatti l’incidenza è schizzata a 35 tamponi positivi ogni 100mila abitanti, contro i 24 della settimana precedente e a fronte di una media nazionale di 16: il valore più alto d’Italia. Nell’ultima settimana, inoltre, ci sono stati quattro decessi, dieci ricoveri in Terapia intensiva (l’1% dei letti occupati, rispetto allo 0,7% nazionale) e 278 in area medica (4,6%, invece del 3,1% di media italiana).
“Crollate le vaccinazioni anti Covid”
“Covid e influenza aumenteranno le complicanze per le persone già gravate da altre patologie e quindi aumenteranno gli accessi al Pronto soccorso e i ricoveri. – spiega Francesco Noce, presidente della Fnomceo Veneto, la Federazione degli Ordini dei Medici – È importante vaccinarsi a qualsiasi età e tornare a indossare la mascherina quando si viene a contatto con i soggetti fragili, per i quali il Sars-Cov2 può essere fatale, e per tutelarsi nelle situazioni di assembramento, ad alto rischio”. “Gli ultimi dati rivelano che dall’inizio dell’anno solo il 12% degli over 65 si è immunizzato, per un’immotivata preoccupazione”, specifica poi il professor Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene all’Università di Padova. Senza chiarire però da cosa sia provocata questa “immotivata preoccupazione”.