Questa mattina, 27 settembre, è stato riesumato il cadavere di Francesco Vinci, l’uomo che nel 1982 venne accusato di essere il Mostro di Firenze ma che successivamente fu scagionato. Le operazioni, che si sono svolte presso il cimitero di Montelupo Fiorentino, sono state seguite da diverse figure, tra cui le PM Ornella Galeotti e Beatrice Giunti, titolari dell’ultima inchiesta sugli omicidi commessi tra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze, e il figlio di Vinci.
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La riesumazione è avvenuta su richiesta della moglie di Vinci, Vitalia Velis, presentata tramite il criminologo e investigatore privato Davide Cannella, che segue i familiari dell’uomo. La famiglia ha espresso dubbi sul riconoscimento del corpo di Francesco Vinci, ritrovato carbonizzato e senza mani nel bagagliaio di una Volvo 240 il 7 agosto 1993 nelle campagne di Chianni, in provincia di Pisa. Il riconoscimento all’epoca si basò solo su oggetti personali come la fede e l’orologio.
I resti verranno ora analizzati dal team della Procura, composto dal medico legale Martina Focardi e dal genetista Ugo Ricci, che dovranno estrarre e confrontare il DNA con quello dei familiari, incluso quello già prelevato dal figlio di Vinci. La famiglia di Vinci ha anche nominato propri consulenti, tra cui il genetista Eugenio D’Orio e il medico legale Aldo Allegrini, per eseguire analisi parallele.
“Ora incrociamo le dita, come ho sempre detto. Se è positivo, nasceranno altri problemi. Se la cosa invece finisce in nulla, pazienza, significa che Vitalia si è sbagliata – conclude Cannella – Ma diciamo che gli elementi di cui mi ha parlato hanno lasciato perplesso anche me, nonostante io sia un pragmatico e vada sempre con i piedi di piombo”.