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Pellet, ecco come scegliere il migliore. Il trucco per capire se è davvero buono

Pubblicato: 27/09/2024 07:38
pellet

Il freddo vero è alle porte, e molti italiani in questo periodo si stanno organizzando per fronteggiarlo. Chi ha una caldaia o stufa a pellet inizia il giro dei rivenditori per fare scorta per l’inverno. Ma come si fa a capire se un pellet è davvero buono? E quanto è importante prendere solo quello di altissima qualità? Partiamo col dire una cosa semplicissima: molto spesso, puntando unicamente sul fattore prezzo, e quindi scegliendo il prodotto meno costoso in commercio, ti sembrerà di risparmiare, ma solo sul momento. Perché poi l’uso quotidiano di prodotti di bassa qualità si farà sentire sulla caldaia e lì poi intervenire ti costerà davvero tanto. Da cosa ti accorgi se il pellet non è buono? Si verificherà una cattiva combustione e un veloce intasamento del braciere; il potere calorifico è minore; quindi si utilizzerà la stufa a potenze più alte, aumentando così il consumo di pellet e vanificando quindi il risparmio iniziale. Non è tutto.
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Le caratteristiche di un buon pellet

Come spiega il portale Around The Fire, il pellet di bassa qualità è solitamente più umido e ricco di resine, che formano creosoto, cioè un residuo viscoso simile al catrame che si attacca alle pareti interne della stufa e, peggio ancora (perché è più difficile pulirla) della canna fumaria. Come fare allora? Come si fa a capire, al momento dell’acquisto, se stiamo comprando un buon prodotto? La prima cosa da fare è leggere bene l’etichetta tenendo a mente i parametri che ci indicano se quello è un buon prodotto.
1) Sull’etichetta deve essere indicato il tipo di legno. Scegliere sempre il faggio o l’abete.
2) Il colore non indica molto, ma meglio scegliere quelli chiari.
3) Sull’etichetta viene indicato il diametro dei cilindretti di pellet, generalmente dovrebbe misurare tra i 6 e gli 8 mm.
4) Un pellet con un buon potere calorifico dovrebbe avere dei valori compresi fra 4,5 e 4,8 kWh/kg (16,5– 17,2 MJ/kg).
5) Il valore relativo ai residui di cenere determina il grado di sporcizia che il pellet rilascia all’interno della stufa (o del camino, termostufa, caldaia che utilizzano questo combustibile). Più la percentuale di residuo fisso è bassa, migliore sarà la combustione.

Pellet, a cos’altro fare attenzione

Per acquistare un buon pellet bisogna inoltre controllare queste altre caratteristiche:
6) Percentuale di umidità: più umido è il pellet, minore è il suo potere calorifico e più sporcherà l’interno della camera di combustione. Un buon prodotto dovrebbe avere un tasso di umidità non superiore all’8%.
7) Certificazione: la prima cosa da fare è controllare che sul sacchetto siano riportati gli estremi delle certificazioni di qualità. EN PLUS: è la certificazione più diffusa perché prende in considerazione non solo la qualità del prodotto, ma anche la tracciabilità e il ciclo di vita del pellet. La certificazione EN PLUS divide i prodotti in tre categorie:
A1: è il più pregiato e contenuto di ceneri massimo pari allo 0,7%;
A2: è di seconda scelta (qualità media) e contenuto di ceneri fino all’1,2%;
B: è di qualità inferiore con contenuto di ceneri fino 2%;
Ma attenzione: il marchio EN PLUS deve essere accompagnato dal numero identificativo dell’azienda e da due lettere che simboleggiano la nazione di provenienza. Se compare solo il marchio senza nessun’altra indicazione, non hai la sicurezza che il prodotto sia davvero certificato.
Infine, c’è un trucco per capire se il pellet è davvero buono.

Pellet, la prova dell’acqua

Puoi testare la qualità del prodotto con piccoli accorgimenti: controlla che all’interno della confezione non ci sia troppa segatura; poi fai “la prova dell’acqua“. In cosa consiste? Immergi una manciata di pellet in un bicchiere d’acqua e se il pellet va a fondo e l’acqua non intorbidisce significa che hai acquistato un buon prodotto: è compatto, non si sbriciola e non ha residui di polvere.

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Ultimo Aggiornamento: 27/09/2024 08:00