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Telegram “addio”, cambia tutto: le novità. Rivolta degli utenti

Pubblicato: 27/09/2024 13:30
Telegram

Telegram cambia volto, ed è un cambiamento storico e radicale. L’app ha infatti aggiornato le politiche sulla privacy. A rendere l’app così diffusa è stata proprio la sua difesa della privacy e della libertà di espressione, adesso però potrebbe non essere più garantito lo stesso livello di riservatezza. Il cambiamento arriva in seguito all’arresto del suo fondatore e CEO, Pavel Durov. Come ricorderete, il mese scorso Durov è stato arrestato in Francia con l’accusa di “consentire transazioni illegali” attraverso la sua piattaforma. In seguito all’arresto, Durov è stato costretto a rimanere in Francia, mentre il suo caso viene esaminato dai tribunali. Inizialmente, l’app aveva introdotto un sistema per segnalare contenuti “illegali” e aveva modificato silenziosamente la sua sezione FAQ, eliminando le dichiarazioni che affermavano che la piattaforma non monitorava le conversazioni private o di gruppo. Ora, però, arriva la vera svolta. Cosa cambia, quindi?
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Telegram

Come cambia Telegram

Durov ha infatti affermato che Telegram rispetterà le richieste legali, fornendo alle autorità numeri di telefono e indirizzi IP degli utenti, quando necessario. Come spiega il portale Ceo Tech, inoltre, la piattaforma sta implementando strumenti di monitoraggio basati su intelligenza artificiale per identificare contenuti considerati problematici. Cosa comporterà tutto questo? Che l’app diverrà certamente più sicura, ma meno “libera”, come accusa Robby Giusti nel suo ultimo video dedicato proprio a questo cambiamento. Molti utenti potrebbero intanto decidere di cercare alternative, specialmente coloro che si preoccupano della protezione dei propri dati e della privacy.

Telegram, l’annuncio di Durov

“Non permetteremo che i malintenzionati mettano a rischio l’integrità della nostra piattaforma usata da quasi un miliardo di utenti”, ha spiegato Durov. Fino a oggi Telegram ha dato la disponibilità a collaborare con le autorità solo in caso di comprovate attività terroristiche, condizione che — assicura l’azienda — non si è mai verificata. Da adesso, invece, dati come l’indirizzo Ip (che identifica in maniera univoca un dispositivo connesso a Internet) e il numero di telefono di chi viola le regole della piattaforma potrebbero essere trasmessi “in risposta a valide richieste legali” delle autorità competenti.

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