La vicenda che ha sconvolto la cittadina di Viadana, nel mantovano, sembra svelare una realtà inquietante dietro l’immagine apparentemente innocua di un ragazzo di 17 anni, accusato dell’omicidio di Maria Campai, una donna di 42 anni trovata morta nel giardino di una villetta abbandonata. I contorni di questa tragedia si fanno sempre più definiti, mentre emergono dettagli agghiaccianti sul profilo del presunto assassino, che fino a poco tempo fa sembrava un semplice studente e un “bravo ragazzo”, come descritto dai vicini di casa.
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Un dettaglio macabro sui social
Tra le informazioni emerse, una in particolare ha colpito l’opinione pubblica: sul popolare videogioco Fortnite, il 17enne sfoggiava un’immagine di Filippo Turetta nell’atto di uccidere Giulia Cecchettin. Questo macabro dettaglio suggerisce un lato oscuro del giovane, ben diverso da quello che i genitori avevano fino a quel momento conosciuto.
Il mondo parallelo del giovane
Nonostante per la famiglia fosse un “ragazzo d’oro”, gli investigatori stanno dipingendo un quadro differente. Analizzando i suoi profili social, emerge un adolescente ossessionato dalla palestra e dalle arti marziali miste (MMA), un mondo violento che potrebbe aver avuto un ruolo nel delitto. Sul suo profilo TikTok, il giovane scriveva di sentirsi insoddisfatto del proprio corpo, e di aver trovato nella palestra una via di fuga da queste frustrazioni. Inoltre, il 17enne aveva un canale YouTube dove parlava di allenamento fisico, un’altra delle sue grandi passioni.
Un omicidio premeditato?
Le indagini stanno cercando di chiarire cosa sia accaduto la sera dell’incontro tra il giovane e Maria Campai. I due si erano conosciuti su un sito di incontri e, secondo le prime ricostruzioni, si erano dati appuntamento a Viadana. Qui, Maria è stata vista l’ultima volta in compagnia del ragazzo, prima che il suo corpo venisse ritrovato giorni dopo. Si sospetta che il delitto sia avvenuto nel garage di proprietà della famiglia del ragazzo, dove Maria sarebbe stata colpita alla testa con un oggetto contundente e successivamente strangolata.
Il ruolo della sorella e le ultime ore di Maria
Fondamentale è stata la testimonianza di Roxana, la sorella della vittima, che ha raccontato di aver accompagnato Maria all’appuntamento. Maria aveva giustificato l’incontro come un colloquio di lavoro, ma la verità sembra ben diversa. I filmati delle telecamere di sorveglianza hanno mostrato i due allontanarsi insieme, prima della tragica fine. È stata proprio Roxana a denunciare la scomparsa della sorella, preoccupata per il suo silenzio.
Un omicidio ancora avvolto nel mistero
Nonostante il 17enne abbia iniziato a collaborare con gli inquirenti, molti aspetti della vicenda restano oscuri. Il ragazzo è stato accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Al momento si trova detenuto nel carcere minorile di Beccaria a Milano, in attesa della convalida della misura cautelare. L’autopsia sul corpo di Maria e i rilievi scientifici condotti dai Ris di Parma potranno chiarire ulteriormente le circostanze del delitto.
La comunità di Viadana resta scioccata, incapace di comprendere come un ragazzo descritto come “normale” possa essere accusato di un crimine così atroce.