La recente normativa in Italia riguardante la pirateria televisiva ha introdotto misure più severe per combattere il fenomeno del “pezzotto”, una pratica che permette l’accesso illegale a contenuti protetti, specialmente eventi sportivi. Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato due emendamenti significativi al decreto Omnibus. I fornitori di servizi VPN e DNS sono obbligati a bloccare l’accesso a contenuti diffusi illegalmente. Questa misura si applica anche ai servizi che facilitano la navigazione anonima.
Le aziende che diventano a conoscenza di attività illecite sono obbligate a segnalare queste informazioni all’autorità giudiziaria o alla polizia. La mancata segnalazione comporta pene fino a un anno di reclusione. È previsto poi un controllo periodico per ripristinare l’accesso a domini e indirizzi IP bloccati, a condizione che non siano utilizzati per attività illecite da almeno sei mesi. Le aziende non stabilite nell’UE che offrono servizi in Italia devono designare un rappresentante legale nel paese per facilitare la comunicazione con le autorità.
Oltre alla reclusione, le sanzioni pecuniarie possono essere applicate per reati informatici e il trattamento illecito di dati. Queste misure si inseriscono in un contesto più ampio di protezione dei diritti televisivi e sono una risposta alle sfide poste dalla pirateria digitale, che danneggia non solo i diritti dei titolari di contenuti, ma anche l’industria sportiva e dell’intrattenimento.