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Hezbollah decapitata, chi prenderà il posto di Nasrallah

Pubblicato: 29/09/2024 09:12

In meno di dieci giorni, gli attacchi israeliani hanno portato alla distruzione della leadership di Hezbollah. Tra il 17 e il 27 settembre, una serie di operazioni mirate ha eliminato le figure chiave del gruppo sciita, lasciandolo senza una guida riconosciuta.

Il primo colpo è stato inflitto il 17 settembre, quando gli israeliani hanno fatto esplodere i cercapersone usati dai leader del gruppo. Il giorno successivo, il 18 settembre, è toccato ai walkie-talkie. Ma l’attacco decisivo è arrivato il 20 settembre, con l’eliminazione del comandante militare Ibrahim Aqil, successore di Fuad Shukr, ucciso a luglio. Aqil è stato colpito durante un bombardamento aereo in un bunker nel quartiere di Dahieh, a Sud di Beirut, mentre partecipava a una riunione con i suoi ufficiali.

Una settimana più tardi, il 27 settembre, gli israeliani hanno ucciso il segretario generale Hassan Nasrallah con un altro bombardamento aereo, ancora durante una riunione nel medesimo quartiere di Dahieh. Insieme a Nasrallah, sarebbe morto anche il generale iraniano Abbas Nilforushan, figura di raccordo con Teheran, e successore di Reza Zahedi, ucciso ad aprile.

Hezbollah senza guida

A questo punto, l’asse del potere potrebbe spostarsi verso il clan di Hashim Safi al Din, cugino di Nasrallah e figura con legami solidi con l’Iran. Hashim ha un background religioso e trent’anni di esperienza nella leadership del gruppo. Anche suo fratello, Abdullah Safi al Din, svolge un ruolo cruciale come collegamento tra Hezbollah e Teheran, mentre suo figlio Rida Safi al Din è legato alla famiglia di Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso nel 2020 da un drone americano.

Hashim Safi al Din

Questi eventi segnano quello che molti considerano come l’anno zero di Hezbollah. La leadership del gruppo è stata drasticamente decimata: chi contava è stato eliminato, e chi è sopravvissuto potrebbe non avere abbastanza peso per guidare il Partito di Dio. Tra i nomi ancora in vita, spicca Naim Qassem, da tempo “numero due” del movimento, ma che non sembra possedere il carisma necessario per prendere il comando.

Il peso dell’Iran e lo scenario incerto

Gli stretti legami di Hashim Safi al Din con l’Iran potrebbero renderlo un candidato naturale per la successione, anche se rimane incerto se potrà emergere come nuova guida. In un contesto dove le operazioni israeliane colpiscono duramente le figure di Hezbollah, è difficile immaginare che Hashim possa agire liberamente a Beirut.

I raid israeliani continuano a mettere in crisi la struttura operativa del gruppo: solo ieri, un attacco aereo ha ucciso Hassan Khalil Yassin, comandante di un’unità di intelligence di Hezbollah, ancora una volta nel quartiere di Dahieh. L’operazione dimostra come Israele riesca a monitorare in tempo reale i movimenti dei leader del Partito di Dio, lasciando poche opzioni alla leadership residua.

Il futuro di Hezbollah appare ora incerto, mentre lo sguardo è rivolto a Teheran, che potrebbe decidere il destino del gruppo e la sua futura leadership.

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