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Amalia Tufano accoltella il fratello e prova a uccidere l’altro: «Non mi facevano parlare con i santi»

Pubblicato: 30/09/2024 20:37

Amalia Tufano ha ucciso suo fratello maggiore mentre dormiva. Ha tenuto il corpo in casa fino alla sera successiva, quando ha provato a ripetere l’atto con il fratello minore. La Procura di Velletri ha convalidato l’arresto di Amalia, 65 anni, accusata dell’omicidio di Pasquale Tufano, 67 anni. L’evento tragico risale alla notte tra il 28 e il 29 settembre.
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Le indagini condotte dai carabinieri si sono concluse lunedì 30 settembre, sotto la supervisione del magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Velletri. Le indagini erano iniziate domenica sera intorno alle 20, dopo il brutale omicidio avvenuto in viale Kennedy a Ciampino. Secondo gli investigatori, Amalia soffriva di problemi psichiatrici e riceveva cure da tempo, essendo affetta da schizofrenia con tendenze religiose. Era solita raccontare di conversare con i santi e la Madonna e, nel suo stato di delirio, annotava i messaggi che sosteneva di ricevere in un diario.

Il movente dell’omicidio è legato alla sua percezione del fratello maggiore come un ostacolo alla sua religiosità e un nemico dei santi. Dopo averlo attaccato nel letto, dove si trovava per prendersi cura della madre, che era gravemente malata, l’ha colpito alla carotide e in altre parti del corpo con delle forbici da sarta, per poi infliggere i colpi fatali con un coltello da cucina, lasciandolo conficcato nel corpo.

Dopo aver trascorso la domenica in casa accanto al cadavere, Amalia ha aspettato l’arrivo del fratello minore, che di solito la andava a trovare. Quando quest’ultimo è entrato, utilizzando le chiavi di casa, è stato attaccato al volto con un’altra forbice. Tuttavia, è riuscito a difendersi, colpendo e disarmando la sorella, e ha contattato il 112. I carabinieri della Tenenza di Ciampino sono intervenuti prontamente, bloccando Amalia e portandola all’ospedale “Sandro Pertini” di Roma per accertamenti medici. Durante l’interrogatorio, ha infine ammesso le sue responsabilità riguardo all’orrendo crimine. La donna è stata quindi trasferita nel carcere di Rebibbia a Roma.

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