Dopo la Germania, l’Austria. La grande crescita dell’AfD nelle elezioni tedesche è stata vissuta in tutta Europa come un terremoto e ha sollevato preoccupazioni. Ora anche a Vienna le consultazioni elettorali hanno segnato un momento storico, con la vittoria dell’estrema destra del Partito della Libertà Austriaco (Fpoe), guidato da Herbert Kickl.
Come accade in Germania anche in Austria, nonostante il successo, la possibilità che il partito di Kickl governi appare abbastanza improbabile. Ma quello che emerge con forza è che si assiste a uno spostamento di una parte consistente dell’elettorato su posizioni estremiste.
Vittoria della Fpoe, crisi dei partiti tradizionali
L’Fpoe ha raggiunto un risultato record, ottenendo il 29% dei voti, un risultato che permette a Kickl di esultare: la sua formazione è diventata il primo partito nel Paese. Si tratta di una sconfitta storica per i partiti che hanno governato l’Austria nel dopoguerra: i socialdemocratici (Spoe) e i popolari (Oevp).
Entrambi hanno ottenuto complessivamente solo il 50% dei voti, un risultato che non ha precedenti e che si potrebbe definire disastroso per chi ha sempre retto il governo del Paese. Assistiamo quindi a una svolta significativa nel panorama politico austriaco.
Un governo di coalizione senza l’estrema destra
Nonostante l’avanzata dell’estrema destra, come sottolineato, è improbabile che Herbert Kickl diventi cancelliere. Il capo di Stato, Alexander Van der Bellen, ha dichiarato che l’incarico di formare il governo sarà affidato a chi ha maggiori possibilità di ottenere una maggioranza parlamentare. La costituzione austriaca richiede un supporto superiore al 50%, e al momento l’Fpoe non ha i numeri necessari.
Secondo le previsioni degli analisti, sarà il cancelliere uscente, Karl Nehammer, leader dei popolari, a tentare di formare una coalizione con i socialdemocratici e i liberali di Neos. In alternativa, potrebbe esserci un lungo periodo di negoziati che lascerebbe aperta la possibilità di un accordo tra popolari e Fpoe, scenario che sarebbe però fortemente contestato dall’Unione Europea.
Una situazione simile a quella tedesca e, sia pure con scenari un po’ diversi, a quella francese. Dove il Rassemblement di Marine Le Pen ha assunto posizioni meno estreme da tempo, ma comunque si tratta di un movimento con forti connotazioni sovraniste.
Un governo di estrema destra sarebbe una sfida per l’Europa
L’eventualità di un governo a guida Fpoe preoccupa molti in Europa. Un’alleanza populista, per esempio, in politica estera potrebbe ostacolare il sostegno all’Ucraina e compromettere l’adesione a sanzioni contro la Russia. Anche l’”orbanizzazione” dell’Austria, promessa da Kickl, preoccupa diversi osservatori, tra cui lo scrittore Robert Menasse, che teme una deriva autoritaria simile a quella vista in Ungheria.
In ogni caso, anche se il Fpoe non andrà al governo, è la corrente che porta diversi Paesi verso l’estrema destra il punto politico al quale fare attenzione. Perché se per ora questi partiti non hanno una maggioranza sufficiente a governare, l’onda popolare prima o poi potrebbe rafforzarli ulteriormente. E questo porterebbe a una rivoluzione, almeno parziale, per gli equilibri europei. E le conseguenze potrebbero essere enormi.