Vai al contenuto

Due curve decapitate contemporaneamente: Inter e Milan, 19 arresti svelano l’alleanza criminale

Pubblicato: 30/09/2024 07:26

Un’indagine senza precedenti ha colpito contemporaneamente le curve dell’Inter e del Milan, smantellando un’alleanza criminale legata al business illegale intorno al calcio. Diciannove arresti, su ventidue richieste, hanno messo fine a un accordo tra le tifoserie organizzate, volto al controllo violento di attività come la vendita di biglietti, la gestione dei parcheggi, gli accessi abusivi al Meazza, le trasferte di Champions League e il commercio di merchandising e bevande. L’accordo, definito come “patto di non belligeranza”, assicurava un dominio totale, garantito attraverso estorsioni e violenza, e approvato anche dai clan di ’ndrangheta, che in particolare hanno piantato radici nella fazione nerazzurra.
Leggi anche: Arresti ultrà a Milano, c’era anche lui: vicinissimo a Fedez: “Quella notte…”

I leader interisti e il coinvolgimento della ‘ndrangheta

Tra gli arrestati nella curva dell’Inter, spiccano figure di primo piano come il leader Marco Ferdico, il padre Gianfranco, il capo ad interim Renato Bosetti e altri membri del direttivo. L’indagine ha rivelato un legame stretto tra la curva e la famiglia mafiosa dei Bellocco di Rosarno, i cui guadagni illeciti erano alimentati dai proventi delle attività della curva. A Ferdico e al suo gruppo, infatti, è contestata l’aggravante di aver favorito la ‘ndrina calabrese, consolidando così il controllo sul territorio.

La curva del Milan: arresti e violenze

Dall’altra parte, il leader storico della curva del Milan, Luca Lucci, è finito nuovamente in manette insieme al fratello Francesco e altri esponenti del gruppo rossonero. Accusati di associazione a delinquere, estorsioni, aggressioni e resistenza, i membri della curva milanista hanno orchestrato una serie di violenze, tra cui il pestaggio del personal trainer Christian Iovino, legato a uno screzio in discoteca con Fedez, e una spedizione punitiva a Motta Visconti. L’arresto di Lucci riporta alla luce anche il suo famoso incontro con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aveva già suscitato polemiche.

La scia di sangue nelle curve

L’inchiesta, condotta dalla Squadra Mobile di Milano e coordinata dalla Dda, ha messo in luce una scia di sangue che ha segnato la storia recente delle curve milanesi. Dall’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà dell’Inter, alle coltellate letali inflitte da Andrea Beretta per eliminare Antonio Bellocco, la violenza si intreccia con il controllo del business criminale. Il giudice per le indagini preliminari ha parlato di un sistema che richiama le dinamiche tipiche delle organizzazioni mafiose, capace di esercitare un controllo totale su ogni attività legata allo stadio di San Siro.

Le intercettazioni e i summit

Le intercettazioni e le indagini hanno rivelato che i summit tra le due curve si tenevano presso il bar Italian Drink di Cologno Monzese, dove venivano sanciti accordi su spartizioni economiche e strategie comuni. Qui, ad esempio, venne siglato un patto alla vigilia del derby di Champions 2023, che prevedeva la divisione al 50% degli introiti a prescindere dal risultato sportivo. Un sistema di potere radicato che, almeno fino a oggi, aveva sottratto lo stadio al controllo della legalità.

La situazione, però, sembra destinata a cambiare, con le forze dell’ordine impegnate a smantellare questa rete criminale che ha trasformato lo stadio in una vera e propria “terra franca” per il crimine organizzato.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2024 09:05