Quella di lunedì 30 settembre potrebbe essere una giornata decisiva per le indagini sull’omicidio di Maria Campai. Nelle prossime ore il ragazzo reo confesso sarà sottoposto, nel carcere Beccaria di Milano, all’interrogatorio di garanzia da parte della Procura dei minori di Brescia. Intanto, i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche torneranno nel box dove la donna è stata uccisa per un nuovo sopralluogo. Si indaga inoltre anche sull’ultimo messaggio inviato dal cellulare di Maria.
Nelle prossime ore verrà eseguita anche l’autopsia sul corpo della vittima per accertare le cause della morte. Proseguono intanto anche le ricerche del telefono cellulare di Maria Campai. Forse il suo assassino l’ha fatto sparire per non essere rintracciato. Da quello stesso telefono è stato inviato un messaggio alla sorella di Maria: “È un uomo amabile, mi porta in taxi”. Parole che però sollevano molti dubbi: è stata davvero Maria Campai a inviare il messaggio o era già morta quando la sorella lo ha ricevuto?
Il 17enne accusato di aver ucciso Maria Campai la sera del 19 settembre a Viadana, Mantova, avrebbe pianificato l’omicidio con precisione. Secondo alcune fonti, le ricerche effettuate dal ragazzo su Google prima dell’incontro con la vittima indicano che stava studiando come commettere l’omicidio. Cercava informazioni su come strangolare a mani nude e sui punti del volto da colpire con pugni.
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Queste ricerche erano accompagnate da altre su pratiche di sesso estremo. Il giovane si trova ora in carcere, accusato di aver premeditato e ucciso la 42enne di origini romene, strangolandola. L’omicidio è avvenuto nel garage di casa del ragazzo, dove la donna era stata attirata con la promessa di un appuntamento tramite un sito di incontri.
Le foto agghiaccianti sul telefono
Gli inquirenti hanno trovato sullo smartphone del 17enne foto di svastiche e chat con coetanei contenenti insulti, tra cui riferimenti offensivi a Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio nel 2023. Gli investigatori non sospettano la presenza di complici, e domani gli specialisti del Ris esamineranno il garage per cercare ulteriori prove. Dopo l’omicidio, il giovane ha ripulito il luogo del delitto, ha cenato con i genitori e ha continuato la sua serata come se nulla fosse accaduto.
Il padre del ragazzo, parlando con i media, ha dichiarato di non riuscire a credere che suo figlio abbia agito da solo. Era convinto che quella sera il ragazzo fosse in palestra, come al solito, descrivendolo come un adolescente “calmo e sereno”. Tuttavia, il padre sospetta che ci possa essere stato un complice. «Quando ha trascinato il cadavere nel giardino, penso che qualcuno lo stesse aiutando», ha affermato, sottolineando che per lui sarebbe “illogico” se avesse fatto tutto da solo.