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Caso Orlandi, parla Alberto Laurenti: “Fra me ed Emanuela solo qualche timido sorriso”

Pubblicato: 02/10/2024 20:32

“In questi giorni ho letto fantasiose elaborazioni della verità che vedrebbero il mio nome accostato a quello di Emanuela Orlandi nel quadro di inesistenti frequentazioni amicali ed ambiziosi progetti artistici: nulla di più falso. Il rapporto tra me ed Emanuela si limitava a timidi sguardi e rapidi saluti tra adolescenti che frequentavano, una volta a settimana, i corsi di canto corale presso l’Istituto vaticano Ludovico da Victoria di piazza Sant’Apollinare a Roma“.
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Alberto Laurenti, noto chitarrista e compositore, ha voluto chiarire la sua posizione riguardo alle recenti insinuazioni sul caso di Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983. Laurenti, che ha collaborato con grandi artisti come Franco Califano, Renato Zero e Gabriella Ferri, ha dichiarato di non aver mai avuto alcun tipo di rapporto con Emanuela Orlandi, se non un semplice saluto occasionale. Il musicista ha ricordato che all’epoca dei fatti, prestava servizio militare a Orvieto e quel giorno si trovava a Roma per sottoporsi a un intervento dermatologico all’ospedale Celio.

“Quello che più mi disturba e mi ha spinto ad intervenire – dice Laurenti all’ANSA – è che si vuol far passare una quattordicenne di quarant’anni fa, un’altra epoca, come una ragazza assetata di fama e successo che addirittura avrebbe sfruttato la presenza tra il pubblico di un programma televisivo per poter raggiungere chissà quale obiettivo pseudoartistico. Ho letto articoli vergognosi, i cui autori meriterebbero richiami disciplinari su cui il mio legale sta lavorando, che tentano di scavare nella testa di una ragazzina attribuendole iniziative mai avvenute”.

Il suo avvocato, Francesco Lauri, ha aggiunto che l’uso del nome di Laurenti per attirare l’attenzione dei lettori è inappropriato e potrebbe distrarre dai veri risultati delle indagini in corso: “Citare un artista famoso nell’ambito di una vicenda così triste al solo scopo di attirare i lettori oltre al possibile danno di indagine, che mi riservo di tutelare nelle sedi competenti, rischia di distrarre l’opinione pubblica dai risultati più seri che le varie commissioni di indagine stanno cercando di conseguire da tempo”.

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