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Tracce di Dna sul corpo di Stefano Dal Corso: svolta nelle indagini nel detenuto morto nel 2012

Pubblicato: 02/10/2024 18:13

L’autopsia negata per ben sette volte e poi la svolta. Ma si è atteso troppo per l’esame autoptico sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto morto nel carcere di Oristano il 12 ottobre 2022. L’autopsia, eseguita dopo tanto tempo, ha purtroppo riscontrato limitazioni dovute al deterioramento degli organi, impedendo un’analisi decisiva, come quelle sui polmoni, che avrebbero potuto chiarire se la morte fosse avvenuta per impiccamento atipico o strangolamento, come sostenuto da alcune testimonianze che rilasciate di una lite con le guardie carcerarie.
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L’esame autoptico ha rilevato che la morte di Stefano potrebbe essere compatibile sia con un suicidio per impiccamento atipico, sia con uno strangolamento, lasciando aperte entrambe le ipotesi. Sul corpo di Stefano e sul laccio trovato nella sua cella sono state individuate tracce di DNA. Sarà necessario confrontare queste tracce con quelle delle persone presenti quando è stato scoperto il corpo.

Stefano assumeva antidepressivi e metadone regolarmente in carcere, e sono state trovate tracce di queste sostanze nel suo corpo. Rimane da chiarire se la quantità presente fosse sufficiente a stordirlo, un aspetto cruciale per comprendere meglio il contesto della sua morte.

Elementi chiave dell’autopsia L’esame autoptico ha rilevato che la morte di Stefano potrebbe essere compatibile sia con un suicidio per impiccamento atipico, sia con uno strangolamento, lasciando aperte entrambe le ipotesiSul corpo di Stefano e sul laccio trovato nella sua cella sono state individuate tracce di DNA. Sarà necessario confrontare queste tracce con quelle delle persone presenti quando è stato scoperto il corpo.Stefano assumeva antidepressivi e metadone regolarmente in carcere, e sono state trovate tracce di queste sostanze nel suo corpo. Rimane da chiarire se la quantità presente fosse sufficiente a stordirlo, un aspetto cruciale per comprendere meglio il contesto della sua morte.

La famiglia, rappresentata dall’avvocata Armida Decima , esprime forte amarezza per la lunga attesa dell’autopsia, che ha compromesso la possibilità di ottenere risposte più precise. Ora, con i nuovi elementi a disposizione, la speranza è che ulteriori indagini possano fare luce su questa vicenda e chiarire i molti dubbi ancora aperti.

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Ultimo Aggiornamento: 02/10/2024 18:35