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Perché è rischioso intestare casa ai figli prima di morire: tutto quello che devi sapere per evitare guai a te e a loro

Pubblicato: 03/10/2024 14:51
intestare casa ai figli

È una pratica sempre più diffusa, ma in realtà nasconde più di un’insidia. Apparentemente ha molti vantaggi, certo, ma non è esattamente così. Parliamo dell’intestare casa ai figli prima di morire. Soprattutto quando in casa si inizia a parlare di Successione, ecco che questa possibilità avanza prepotentemente. Del resto ce l’ha suggerito qualche amico che l’ha già fatto, e ci ha anche detto dei vari vantaggi fiscali che può portare. Però… C’è più di un però. Nella maggior parte dei casi si fa questa cosa perché si pensa che in questo modo si toglieranno ai propri figli alcune complicazioni legate alla successione e alla divisione ereditaria. Invece potrebbe crearsi l’effetto opposto. Quali sono i rischi? E quali le precauzioni? Spieghiamolo, così per chi fosse interessato potrà pensare di donare la casa ai figli in tutta sicurezza e trarre anche il massimo vantaggio per sé e per loro. Vediamo come si fa, precisando che risulta fondamentale farsi assistere da un professionista per attuare la donazione nella maniera più conveniente possibile, tanto dal punto di vista fiscale quanto per gli aspetti legali.
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La prima cosa da fare per non commettere errori è farsi un’idea precisa del proprio patrimonio, tenendo conto di beni mobili, immobili e debiti. È così possibile quantificare l’ammontare della quota ereditaria spettante a ognuno. Dopodiché, la procedura di suddivisione la spiega molto bene Ilena D’Errico su Money.it: “I figli sono eredi legittimari, quindi spetta loro per legge una certa quota dell’eredità che nemmeno il testatore può diminuire”, in più concorrono tra loro e con l’eventuale coniuge superstite (anche se separato, purché non abbia ricevuto l’addebito della separazione). In altre parole, “i fratelli possono agire in giudizio se hanno ricevuto meno eredità di quanto previsto dalla legge e ottenere la restituzione. Lo stesso vale per il coniuge superstite”. Per non incorrere in guai, intanto, le quote di legittima da rispettare sono le seguenti:
il 50% del patrimonio ereditario al figlio unico;
⅔ dell’eredità ai figli da dividere in parti uguali per teste;
⅓ dell’eredità al figlio unico in presenza del coniuge superstite;
il 50% dell’eredità ai figli, da dividere in parti uguali per teste, in presenza del coniuge superstite.
I figli nati fuori dal matrimonio e adottivi sono equiparati, senza contare eventuali figli naturali non riconosciuti che potrebbero pretendere il riconoscimento di paternità anche post mortem. È bene specificarlo perché di situazioni ne esistono tante e variegate… Precisiamo, qualora non fosse chiaro, che è possibile intestare a un figlio una casa che supera per valore l’importo corrispondente alla quota di legittima, ma al tempo stesso non si deve limitare il diritto degli altri eredi legittimari.

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Oltre alla considerazione delle quote di legittima, ci sono altre informazioni utili da conoscere prima di intestare casa a un figlio. Le elenca ancora D’Errico:
– se il figlio è minorenne in seguito alla donazione non sarà possibile vendere l’immobile senza autorizzazione del giudice tutelare;
– serve l’atto notarile, a meno che si proceda con una donazione indiretta;
– è possibile conservare, con apposita clausola contrattuale, il diritto di usufrutto sulla casa donata per continuare ad abitarvi (ad esempio per evitare di essere sfrattati). Con il testamento, invece, lo stesso diritto può essere imposto in favore di altri;
– per usufruire delle agevolazioni prima casa è necessario che il figlio trasferisca la residenza nell’immobile entro 18 mesi;
– la donazione effettuata dopo l’insorgenza di un debito potrebbe essere revocata su iniziativa legale dei creditori entro 5 anni.

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