
La strada verso gli obiettivi di crescita del governo si presenta complessa. Secondo i dati pubblicati oggi dall’Istat, nel secondo trimestre il Pil ha registrato un incremento dello 0,2%, in linea con le previsioni iniziali. Tuttavia, la previsione di crescita acquisita per il 2024 – ovvero il tasso di crescita che si otterrebbe in assenza di variazioni nei prossimi due trimestri – è scesa allo 0,4%, rispetto allo 0,6% stimato in precedenza.
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ello stesso periodo, la pressione fiscale – definita come il rapporto tra le tasse pagate e il valore del Pil – ha raggiunto il 41,3%, evidenziando un aumento di 0,7 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel secondo trimestre del 2024, il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto dell’1,2%, portando a un miglioramento del loro potere d’acquisto. I consumi sono aumentati dello 0,4%, con una propensione al risparmio delle famiglie che ha raggiunto il 10,2%, in crescita di 0,8 punti rispetto al trimestre precedente.
L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil, si è attestato al -3,4%, rispetto al -5,0% nello stesso periodo del 2023. Inoltre, il saldo primario della pubblica amministrazione (cioè l’indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo per la prima volta dal quarto trimestre del 2019, con un’incidenza sul Pil dell’1,1%, rispetto a un -0,8% nel secondo trimestre del 2023.