Una «tassa di scopo» sulle sigarette in Manovra per finanziare il Sistema sanitario nazionale. Questa la misura al vaglio del governo e che potrebbe entrare nella legge di bilancio dopo l’apertura alla richiesta dall’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, da parte della vicepresidente del Senato Castellone. Aumentando di 5 euro il costo dei pacchetti di sigarette, calcoli alla mano, la tassa porterebbe nelle casse statali circa 13,8 miliardi di euro per sostenere il Servizio sanitario nazionale.
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La proposta è stata motivata dall’associazione con i numeri: nove diagnosi di tumore del polmone su 10 sono causate dal fumo di sigaretta, che equivale, in Italia, a quasi 40mila nuovi casi nel 2023. Nel nostro Paese, il 24,5% degli adulti (18-69enni) fuma e il 75-80% dei casi è diagnosticato in fase avanzata, il che implica ridotte probabilità di guarigione e costi elevati a livello individuale e sociale. Secondo le stime Aiom, in Italia sono attribuibili a questa cattiva abitudine oltre 93.000 morti ogni anno, con costi pari a oltre 26 miliardi di euro.
Come spiegato dal presidente Aiom Francesco Perrone, «Chiediamo alle Istituzioni di approvare una tassa di scopo sulle sigarette. L’obiettivo è ridurre il consumo di tabacco e disporre di ulteriori risorse, fino a 13,8 miliardi, da destinare al finanziamento del Ssn. Il tabagismo è un fattore di rischio anche per altre neoplasie, per malattie cardiovascolari e respiratorie». L’idea è stata approvata da una parte dell’opposizione e dal Pd che, con Beatrice Lorenzin e Marina Sereni, ha auspicato una `spinta´ bipartisan per questa misura.