
La strategia da adottare in campo fiscale, con i conti pubblici in primo piano, continua a far discutere le forze del centrodestra. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si trova sempre più isolato all’interno del governo Meloni, con le divergenze sulla strategia fiscale che si fanno più evidenti. Giorgetti insiste sulla necessità di introdurre nuove imposte per coprire il fabbisogno di 22-23 miliardi per la manovra finanziaria, ma non tutti nel governo sono d’accordo. Cinque miliardi di “sacrifici” sono necessari, secondo Giorgetti, ma l’opposizione interna si fa sempre più forte.
Tajani: “Finché saremo al governo nessun aumento”
Antonio Tajani, leader di Forza Italia e vicepremier, ha preso una posizione chiara, attaccando apertamente la linea di Giorgetti. “Siamo contrarissimi a imporre nuove tasse, finché saremo noi al governo non ci saranno,” ha dichiarato, sottolineando l’opposizione del suo partito a qualsiasi ipotesi di aumento fiscale. Forza Italia, in particolare, si oppone a nuove imposte su banche e imprese, comprese le proposte allo studio di un’addizionale Ires, che oscillerebbe tra lo 0,5% e l’1%. Tajani ha così reso ancora più evidente come la posizione assunta da Giorgetti non sia gradita al suo partito.

La proposta di Fratelli d’Italia: aumentare la web tax
Mentre Forza Italia rigetta qualsiasi ipotesi di nuove tasse, Fratelli d’Italia, tramite la sottosegretaria al Mef Lucia Albano, ha avanzato l’idea di un incremento della web tax. “Il governo chiederà il concorso di tutti quelli che ne hanno la possibilità”, ha spiegato Albano, “come le grandi imprese dell’e-commerce e quelle con sede all’estero che fanno utili in Italia.” Si tratta di una tassa del 3% sui ricavi delle transazioni online per le imprese digitali con fatturati milionari, una misura che, secondo alcuni parlamentari di FdI, colpirebbe in modo indolore i colossi del Web.
Meloni, risorse dalle Banche
Giorgia Meloni, pur restando contraria all’approccio di Giorgetti, è consapevole della difficoltà nel trovare le coperture necessarie per la Finanziaria. Senza nuove tasse, la raccolta di risorse si fa complicata. Al momento, il governo punta a ottenere tra 800 milioni e 1 miliardo dalle banche, attraverso modifiche al trattamento fiscale delle imposte differite attive (Dta). Inoltre, la revisione delle agevolazioni fiscali per le imprese, con il possibile contributo di Confindustria, potrebbe generare 1,5 miliardi.

Spending review e ipotesi di un’addizionale Ires
L’obiettivo del governo è anche di recuperare qualche centinaia di milioni in più rispetto ai 2 miliardi previsti per quest’anno dalla spending review. Tuttavia, se la ricerca di coperture dovesse rivelarsi insufficiente, secondo alcuni potrebbe essere necessario sdoganare l’addizionale Ires, una misura che garantirebbe maggiori entrate. Nonostante la resistenza interna, i giochi restano aperti. E la Premier sta lavorando per trovare la soluzione più indolore possibile per i cittadini.