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Lutto nel ciclismo: addio a Guido Carlesi, detto “Coppino”

Pubblicato: 05/10/2024 10:14

Il mondo del ciclismo in lutto per la scomparsa di Guido Carlesi, conosciuto affettuosamente come “Coppino”. L’ex ciclista è deceduto il 2 ottobre, ma la notizia è stata diffusa dai familiari solo nelle ultime ore. Nato il 7 novembre 1936 a San Sisto al Pino, vicino a Cascina, avrebbe compiuto 88 anni tra poco più di un mese.

Un nome leggendario per il ciclismo italiano, Carlesi ha ottenuto il soprannome di “Coppino” per una somiglianza, sia fisica che stilistica, con il grande Fausto Coppi. Questo nomignolo ha accompagnato la sua carriera, in cui si è distinto come passista veloce e professionista dal 1957 al 1966, con un palmarès di 35 vittorie. Tra i ricordi più vivi della sua carriera vi è la famosa volata con Guido Boni al Giro d’Italia del 1958, sul traguardo di Forte dei Marmi.

Una carriera segnata da grandi successi, tra cui spiccano la vittoria al Giro di Calabria, al Giro di Toscana e alla Sassari-Cagliari. Carlesi ha anche conquistato sei tappe al Giro d’Italia e nel 1961 si è classificato quinto nella generale. Nello stesso anno, ha ottenuto risultati di prestigio al Tour de France, vincendo le tappe di Antibes e Tolosa e arrivando secondo nella classifica generale, dietro il francese Jacques Anquetil.

Carlesi è stato un pilastro del ciclismo internazionale, gareggiando per squadre di prestigio come la Chlorodont, Molteni, Gazzola e chiudendo la carriera con la Filotex di Prato, al fianco di Franco Bitossi, noto come “Cuore Matto”. Guido Carlesi ha lasciato il segno anche fuori dalle gare, con la sua personalità forte e determinata.

Oltre al ciclismo, Carlesi nutriva una grande passione per la caccia, in particolare quella ai cinghiali, che lo rendeva noto come “implacabile” tra amici e conoscenti. Un uomo caparbio, che amava raccontare le storie della sua carriera sportiva, sempre con una vena di malinconia ma anche di soddisfazione: “Mi sono goduto le corse, che per un certo periodo furono la mia vita”, diceva spesso.

Con la sua morte, il ciclismo italiano perde una delle sue figure più iconiche, un uomo che ha saputo rappresentare con fierezza la tradizione e la passione per questo sport.

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