La Germania sprofonda in un altro periodo di recessione. Il malcontento sociale continua a crescere, con conseguenze dirette sulle dinamiche politiche. Il Paese sta affrontando una delle sue peggiori crisi economiche, con un Pil calcolato in calo per il secondo anno consecutivo.
Le stime di crescita sono state riviste al ribasso: invece di un modesto aumento dello 0,3%, il 2024 si chiuderà con una contrazione del Pil dello 0,2%, aggravando la situazione dopo un analogo calo del 2023. Insomma è un momento sempre più critico per l’economia tedesca. Il Paese guida dell’Eurozona è in crisi e sembra incapace di adattarsi alle nuove dinamiche globali.
Un modello economico in crisi
La doppia recessione è una chiara indicazione che il modello economico tedesco, una volta considerato un esempio di efficienza e crescita, non è più in grado di sostenere il Paese.
L’economia Paese è rimasta ancorata a un modello industriale che fatica a stare al passo con le sfide imposte dalla globalizzazione e dalla concorrenza internazionale, in particolare quella cinese. La dipendenza dalle esportazioni e l’incapacità di diversificare settori strategici come quello energetico stanno mettendo in ginocchio l’economia.
Le difficoltà interne: paura e spostamenti politici
La crisi economica non è solo un problema di numeri. All’interno della Germania cresce il malcontento sociale. La crescita impetuosa dell’estrema destra di Afd è li a dimostrarlo, e lo conferma il successo che stanno ottenendo le formazioni sovraniste di sinistra.
La difficoltà del governo di Scholz nel trovare soluzioni efficaci ha rafforzato i movimenti populisti, creando un clima di insicurezza e divisioni sociali. La popolazione percepisce un Paese che non riesce più a garantire stabilità e benessere economico, alimentando paure e incertezze. Ed è cusioso che ciò avvenga proprio in Germania, principale fautrice delle politiche di austerity che hanno causato tanti problemi soprattutto ai Paesi del Sud Europa.
La sfida cinese e le difficoltà della concorrenza
Una delle sfide principali per la Germania è il confronto con la Cina, le cui politiche hanno cambiato le regole del gioco nella competizione globale. Mentre la Germania rimane legata ai suoi tradizionali settori industriali, la Cina si è affermata come una potenza in grado di competere non solo nei mercati tecnologici, ma anche in quelli manifatturieri, che storicamente erano dominio tedesco. La concorrenza ha messo a nudo le debolezze strutturali dell’economia tedesca, evidenziando la necessità di una trasformazione profonda.
Le prospettive per il futuro
In attesa delle dichiarazioni ufficiali del ministro dell’Economia, Robert Habeck, previste per il 9 ottobre, è chiaro che la Germania ha bisogno di ripensare radicalmente il proprio modello economico.
Se non si intraprendono riforme strutturali che possano adattare il Paese alle nuove sfide globali, la recessione potrebbe diventare una costante per la principale economia europea. E anche le politiche economiche e finanziarie imposte dall’Ue a guida tedesca sono ora in discussione.