Sono iniziati gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan, con Simone Inzaghi come primo convocato. Approfittando della pausa per le nazionali, i pm hanno deciso di ascoltare alcuni giocatori e allenatori come “persone informate sui fatti”. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, il tecnico nerazzurro è coinvolto a seguito di un’intercettazione in cui discuteva con Marco Ferdico, ex capo della Curva Nord, riguardo alla gestione dei biglietti per la finale di Champions League contro il Manchester City, giocata a giugno 2023.
Il Mister nerazzurro si è presentato puntuale stamattina alle 9, ed è stato sentito in qualità di testimone dagli investigatori. Il colloquio non si è svolto in Questura per evitare i giornalisti che, sin dalla prima mattinata, presidiavano via Fatebenefratelli. Per ora, non sono filtrate informazioni sull’esito dell’interrogatorio.
Rapporti tra giocatori e ultrà
Oltre a Simone Inzaghi, anche alcuni calciatori saranno convocati nei prossimi giorni. Tra questi spiccano i nomi di Hakan Calhanoglu, Milan Skriniar (ora al PSG), Nicolò Barella e il milanista Davide Calabria. I giocatori verranno sentiti per chiarire i rapporti emersi dalle indagini tra loro e alcuni degli ex capi tifosi arrestati. In particolare, è stato segnalato un incontro tra Calabria e Luca Lucci, capo della Curva Sud, e un altro tra Calhanoglu e il direttivo della curva nerazzurra.
Tutta la ricostruzione
Non ci sarebbero state minacce o intimidazioni, ma normali scambi tra la curva e la squadra, con dialoghi descritti come “di tono molto tranquillo” e richieste soddisfatte “per qualche biglietto in più” per mantenere il supporto dei tifosi. È quanto spiegato da Simone Inzaghi, tecnico dell’Inter, chiamato come testimone nell’inchiesta che ha portato a 19 arresti tra i vertici degli ultrà delle curve di San Siro. Inzaghi ha raccontato di aver gestito i rapporti con il capo della curva Nord, Marco Ferdico, attualmente in carcere, e di aver riferito alla società la richiesta di ulteriori biglietti per la finale di Champions.
In una conversazione intercettata del 26 maggio 2023, Ferdico, accusato di associazione per delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa, spiegava che, a causa di una situazione di stallo sui biglietti, era stato messo in atto uno “sciopero del tifo” durante la finale di Coppa Italia, antecedente alla finale di Istanbul. Rivolgendosi a Inzaghi, Ferdico disse: “Te la faccio breve Mister… ci hanno dato 1.000 biglietti, ma abbiamo bisogno di altri 200… non per fare bagarinaggio, ma per stare tranquilli. Possiamo arrivare a 1.200 biglietti?”. L’allenatore rispose: “Parlerò con Ferri, Zanetti e Marotta, poi ti faccio sapere”.
Ferdico ribadì che la decisione finale spettava a Marotta. Alla fine, gli ultrà ottennero 1.500 biglietti, come richiesto inizialmente. Tra gli atti dell’indagine, un messaggio vocale concordato con Ferdico e inviato a Inzaghi da Mauro Nepi, altro ultrà arrestato, chiedeva un incontro con l’allenatore. Inzaghi ha confermato di aver ricevuto un messaggio vocale da Ferdico, seguito da una telefonata. Dopo aver ascoltato le richieste, riferì alla società la necessità di ulteriori biglietti. “Rappresentai alla dirigenza la richiesta di Ferdico”, ha dichiarato. In seguito, inviò un messaggio a Ferdico: “Ho fatto quello che dovevo fare”.
Inzaghi ha spiegato che il suo interesse era garantire la presenza dei tifosi per supportare la squadra nella finale Champions, e ha aggiunto di non conoscere Antonio Bellocco, esponente della curva Nord legato alla ‘ndrangheta, ucciso di recente. Ha sottolineato che i leader ultras parlavano non solo con lui, ma anche con la dirigenza, nell’ambito delle dinamiche tipiche tra tifoseria organizzata e squadra. Ha ribadito che il suo obiettivo era mantenere il supporto del tifo, evitando un ulteriore sciopero della curva.
Il prossimo a testimoniare sarà Javier Zanetti, mentre nei giorni seguenti saranno ascoltati anche Davide Calabria, capitano del Milan, e il centrocampista nerazzurro Calhanoglu, dopo il rientro dagli impegni con la nazionale turca. “Ci sono elementi che cercano di appropriarsi di parti dello stadio, ma nessuno è padrone di nulla”, ha commentato l’ex calciatore Francesco ‘Cicco’ Graziani, condannando l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle curve degli stadi.