Quello degli autovelox è un argomento molto sentito dagli automobilisti italiani che non hanno mai sopportato quelle fastidiose macchinette nascoste che scattano foto alle auto per comminare multe. Ora però la Procura di Padova ha deciso di aprire un’inchiesta, dopo una lunghissima serie di denunce raccolte da Altvelox (l’associazione dei multati che ha sede a Belluno, ndr), secondo cui gli autovelox presenti lungo le strade del Veneto sono stati installati dalle amministrazioni comunali solo per fare cassa. Oltre a Padova, denunce simili sono state presentate in altre cinque Procure venete.
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La denuncia contro gli autovelox
Altvelox denuncia la presunta assenza di omologazione di una serie di autovelox che scattano sanzioni lungo le strade di diversi Comuni veneti. E così i magistrati di Padova hanno aperto un’indagine su nove rilevatori di velocità, installati nei Comuni di Cittadella, Fontaniva, Galliera Veneta, Carmignano di Brenta, Villa del Conte (in questo paese un autovelox era stato abbattuto il 22 gennaio dal famigerato Fleximan e riattivato dopo poco), Camposampiero, Piove di Sacco e a Padova lungo corso Kennedy.
Secondo le denunce presentate, le pubbliche amministrazioni locali potrebbero essere colpevoli di “falso ideologico” nel caso in cui gli autovelox non fossero stati installati per ragioni di sicurezza, ma solo per riempire le casse comunali.
“Dopo Padova, ci aspettiamo che anche le altre Procure che hanno ricevuto la nostra denuncia relativa agli autovelox non omologati, ma solo approvati, aprano un fascicolo per le opportune verifiche. – dichiara il presidente di Altvelox Gianantonio Sottile – Siamo soddisfatti che Padova, dopo le denunce a prefetto, polizia locale e amministratori, depositata lo scorso agosto, abbia deciso in tempi celeri di avviare le opportune indagini per fare luce su quello che, a parere nostro, è un uso selvaggio e abusivo dei dispositivi per il controllo della velocità”.