In questi giorni, Giorgia Meloni ha dovuto affrontare una serie di turbolenze politiche e comunicative. Dopo aver sbattuto qualche porta in segno di frustrazione, la premier ha annunciato sui social che non ci saranno nuove tasse. Ma dietro le quinte, come ha spiegato Tommaso Ciriaco su Repubblica, la situazione appare più complicata. La premier è stata descritta come irritata, sconsolata e delusa, soprattutto per come è stata gestita la comunicazione sulle prossime manovre economiche.
Il nodo della comunicazione e il rapporto con Giorgetti
Meloni vede nella comunicazione un problema chiave. “Se facciamo passare messaggi del genere, perdiamo consenso e diventiamo più deboli”, avrebbe confidato ai suoi più stretti collaboratori. In particolare, la premier accusa il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di aver trasmesso l’immagine di un “governo delle tasse“, un grosso problema dal punto di vista mediatico. Le sue dichiarazioni pubbliche, secondo Meloni, avrebbero alimentato polemiche e rafforzato un messaggio allarmistico e impopolare, soprattutto in riferimento all’intervista concessa a Bloomberg, dove Giorgetti ha parlato di “sacrifici” per le banche e le imprese più grandi, causando una caduta della Borsa di Milano.
La preoccupazione per il consenso e i sondaggi
Il consenso popolare è la bussola che guida Meloni da due anni. Ogni quindici giorni, la premier riceve proiezioni sui temi più caldi commissionando sondaggi, e spesso pesa il gradimento di provvedimenti ancora in fase di stesura per valutarne l’impatto. Questo metodo di lavoro si riflette nelle sue scelte politiche, inclusa quella di abbracciare sentieri berlusconiani in materia di giustizia perché risultano più popolari tra gli elettori.
Nonostante le divergenze comunicative, tra Meloni e Giorgetti non c’è un vero e proprio problema politico. Lavorano a stretto contatto, spesso condividendo le stesse opinioni, e si alternano nei ruoli di “poliziotto buono” e “poliziotto cattivo“. Secondo la Premier, però, la strategia condivisa per questa legge di bilancio sembra essere stata compromessa dagli errori comunicativi dell’ultima settimana.
Meloni e l’opzione del ribaltamento del tavolo
La stanchezza della premier è palpabile, e fonti vicine al suo entourage riferiscono che Meloni potrebbe prendere decisioni drastiche. Compresa una clamorosa novità che riguarda la possibilità di tornare in anticipo alle urne. “Porto a casa la manovra e poi posso decidere tra due strade: un bis con più peso per Fratelli d’Italia, oppure le elezioni”, avrebbe confidato ai suoi fedelissimi. La sensazione, riportano i collaboratori, è che qualcosa stia sfuggendo di mano.
Questa situazione delicata è complicata ulteriormente dal conflitto interno a Palazzo Chigi, in particolare tra Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Il sottosegretario Fazzolari ha portato avanti una strategia politica che ha causato attriti interni, ignorando i dubbi sollevati dal collega Mantovano e suscitando critiche per la possibile nomina di Francesco Saverio Marini come giudice costituzionale.