Lo scandalo “Pandorogate” legato al pandoro “Pink Christmas” firmato da Chiara Ferragni ha visto un nuovo capitolo con la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. La Corte ha confermato la condanna del Tribunale di Torino contro la Balocco per pratiche commerciali scorrette, aggravando la posizione dell’azienda dolciaria. La vicenda riguarda la campagna di beneficenza associata al pandoro, che avrebbe ingannato i consumatori. Secondo quanto emerso, la promozione faceva credere che una parte del ricavato delle vendite del pandoro “Pink Christmas” fosse destinata a cause benefiche. In realtà, la donazione era stata effettuata prima della commercializzazione e non dipendeva dalle vendite del prodotto.
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Le azioni legali
Le associazioni Codacons, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef hanno avviato un’azione legale contro la Balocco, sostenendo che la campagna fosse ingannevole e mirata a trarre in errore i consumatori. Le sentenze del Tribunale di Torino e, più recentemente, della Corte d’Appello hanno dato ragione a queste associazioni. La Corte ha sottolineato che l’uso del tempo presente nei materiali promozionali, come il cartiglio del pandoro e i messaggi su Instagram, era fuorviante. I consumatori erano portati a credere che l’acquisto del pandoro influisse sull’entità della donazione. Inoltre, la significativa differenza di prezzo rispetto ai normali pandori Balocco rafforzava l’idea errata che il sovrapprezzo fosse destinato a scopi benefici.
Il verdicto: una vittoria per i consumatori
Questo verdetto rappresenta una vittoria per i consumatori, che ora potrebbero avere diritto a risarcimenti per essere stati indotti a fare acquisti sulla base di informazioni false. Tuttavia, il caso Pandorogate mette in guardia le aziende e le celebrità: quando la trasparenza viene sacrificata in favore di strategie commerciali aggressive, le conseguenze possono essere devastanti per la reputazione di tutte le parti coinvolte.
Il testo della sentenza
Nella sentenza, la Corte d’Appello di Torino ha confermato l’ingannevolezza della campagna di marketing condotta da Balocco e Chiara Ferragni. La Corte ha dichiarato che la modalità con cui il pandoro “Pink Christmas” è stato pubblicizzato costituisce una pratica commerciale scorretta, poiché contraria alla diligenza professionale e capace di indurre in errore il consumatore medio.
In particolare, si legge nella sentenza: «L’uso del verbo al tempo presente, come “sostengono” e “finanziando l’acquisto”, era idoneo ad ingannare i consumatori, poiché ometteva di comunicare che la donazione era già stata fatta in passato». Inoltre, la differenza di prezzo tra il pandoro “Pink Christmas” e quello tradizionale ha contribuito a creare l’errata percezione che il maggior prezzo fosse legato alla donazione benefica, pur considerando i costi legati al marchio di Chiara Ferragni e al packaging speciale.