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Superbonus, quando scatta l’aumento delle rendite catastali: chi dovrà pagare di più

Pubblicato: 10/10/2024 10:06

Il governo italiano si prepara a introdurre una revisione delle rendite catastali, una mossa che potrebbe avere conseguenze significative su imposte come l’Imu e altre tasse correlate. Ieri, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che la manovra finanziaria includerà un aggiornamento degli archivi catastali, con particolare attenzione a due categorie di immobili: le case fantasma, ossia quelle non censite, e quegli immobili che hanno subito miglioramenti strutturali grazie a interventi di riqualificazione, come il Superbonus.
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Aggiornamento obbligatorio per gli immobili riqualificati

La revisione delle rendite catastali, in realtà, era già stata prevista dalla legge di Bilancio dell’anno scorso. Questa normativa imponeva ai proprietari di immobili che avevano effettuato lavori di ristrutturazione con il Superbonus, aumentando il valore dell’immobile di almeno il 15%, di aggiornare la rendita catastale.

Secondo le regole vigenti, le variazioni catastali dovrebbero essere comunicate entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione. Tuttavia, non sempre questo obbligo viene rispettato. In termini pratici, ogni immobile viene classificato in una classe catastale in base alle sue caratteristiche, e tale classe determina il valore fiscale della proprietà. Più alta è la classe, più alte saranno le imposte da versare.

Aumenti delle rendite e delle imposte

Il piano del governo prevede un aumento delle rendite catastali per le case fantasma e per gli immobili che hanno beneficiato di bonus edilizi, con un aumento del valore catastale che potrebbe essere compreso tra il 16% e il 18% in caso di un solo passaggio di classe. In casi di miglioramenti significativi, con un salto di due classi, l’incremento potrebbe superare il 30%.

Gli effetti variano a seconda delle città. A Roma, ad esempio, un immobile classificato come abitazione popolare A4 potrebbe vedere la rendita aumentare da 759 euro a 883 euro (+16%) con un solo passaggio di classe, e fino a 1038 euro (+36%) con due salti. A Milano, lo stesso tipo di immobile, di classe intermedia, potrebbe registrare un incremento da 604 euro a 712 euro (+18%) o fino a 836 euro in caso di salto di due classi. L’aumento delle rendite catastali potrebbe influire sulle tasse pagate dai proprietari di immobili. Per le prime case, non ci saranno effetti diretti sull’Imu, che non viene applicata. Tuttavia, l’aumento della rendita potrebbe influenzare altre imposte, come la Tari (tassa sui rifiuti), che viene calcolata anche in base alla superficie catastale. L’impatto potrebbe estendersi anche ad altre tasse come l’imposta ipotecaria e le tasse sulle compravendite. Inoltre, un aumento della rendita catastale potrebbe incidere sull’Isee e sul reddito lordo ai fini Irpef, con possibili conseguenze sulle agevolazioni legate al reddito.

L’impatto sulle seconde case

Per quanto riguarda le seconde case, l’aumento delle rendite catastali avrà un effetto diretto sull’Imu, che salirà proporzionalmente. Ad esempio, chi possiede un’abitazione di categoria A2 e attualmente paga circa 2.000 euro di Imu, potrebbe vedere l’imposta crescere fino a 2.700 euro nel caso in cui l’immobile abbia subito un miglioramento strutturale che ha portato a un salto di due classi. Secondo le stime dell’Enea, l’aggiornamento delle rendite catastali potrebbe coinvolgere circa un milione e mezzo di immobili. Tuttavia, per avere una stima precisa, sarà necessario attendere l’analisi delle dichiarazioni dei redditi nei prossimi anni, poiché i dati specifici sugli immobili che hanno beneficiato del Superbonus non sono ancora completamente disponibili.

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