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Alessia Pifferi, ricorso contro la condanna: “Serve una nuova perizia psichiatrica, non voleva uccidere la piccola Diana”

Pubblicato: 11/10/2024 14:40
Alessia Pifferi nuova perizia

Possibile colpo di scena nel caso della morte della piccola Diana, per la quale è stata condannata in primo grado la mamma Alessia Pifferi. La difesa della donna 39enne che, nel luglio 2022, lasciò da sola in casa per sei giorni la figlia di meno di un anno e mezzo, che poi morì di stenti, ha infatti depositato ricorso presso la Corte d’Assise d’appello di Milano per chiedere di annullare la condanna all’ergastolo comminata il 13 maggio scorso.
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La strategia difensiva dell’avvocato di Alessia Pifferi

L’avvocato difensore di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani, chiede che nel processo di secondo grado venga disposta una nuova perizia psichiatrica nei confronti della donna, allo scopo di valutare il grave ritardo cognitivo di cui soffre l’imputata. Perizia che secondo il legale non è stata fatta per accertare l’eventuale vizio di mente e l’incapacità di intendere e volere.

Alessia Pifferi, ha spiegato l’avvocato, “non voleva uccidere la bimba, non era consapevole del rischio, l’aveva già lasciata sola altre volte e non capiva le conseguenze”. Nel ricorso, oltre ad insistere sulla “mancata valutazione della documentazione” sul presunto disagio mentale e sulla richiesta di una nuova perizia, si punta ad escludere il “dolo” a carico dell’imputata e in subordine sulle attenuanti, che la Corte d’Assise invece non ha concesso in primo grado.

Per la difesa, insomma, Alessia Pifferi “non ha mai voluto uccidere la figlia ed esiste un reato nel nostro codice, che è l’abbandono di minore: è il nostro caso, è la morte di Diana”. Secondo l’avvocato Pontenani, inoltre, la donna ha un ritardo mentale e, in particolare, un quoziente intellettivo di una “bimba di 7 anni”.

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