Può sembrare una richiesta curiosa, ma in realtà è molto più seria di ciò che può apparire a una prima lettura. E non è nemmeno una novità, anche se in molti non lo sanno. Una nuova missione italiana nei Territori palestinesi potrebbe presto prendere forma, su richiesta degli Stati Uniti. E non sarà composta da soldati.
La Casa Bianca, attraverso il Segretario di Stato Anthony Blinken, ha infatti chiesto all’Italia l’invio di 200 Carabinieri per addestrare e riorganizzare la polizia dell’Autorità palestinese. Un primo gruppo di militari italiani è già arrivato a Gerico per valutare se ci sono le condizioni per procedere con la missione.
Il primo contingente a Gerico
Il team, composto da otto militari dell’Arma, medici ed esperti di logistica, opera sotto la guida del Comando di Vertice Operativo Interforze, diretto dal generale Francesco Paolo Figliuolo. Il loro compito iniziale è analizzare il contesto sul terreno e verificare la fattibilità della missione. Solo successivamente, potrà essere valutata in modo approfondito l’opzione di estendere il contingente anche a Gaza.
Non tutti lo sanno ma a Gerusalemme, dal 2023, esiste già un piccolo gruppo di ufficiali dell’Arma che funge da mediatore tra le forze di sicurezza israeliane e quelle palestinesi. Questa attività, anch’essa voluta dagli Stati Uniti, sfrutta le competenze dei Carabinieri nel gestire situazioni complesse e ristabilire il dialogo dove i rapporti sono più tesi.
La storia dell’Arma in Cisgiordania
L’impiego dei Carabinieri nei Territori palestinesi non è una novità. Dal 1994, con la TIPH (Temporary International Presence in Hebron), l’Arma ha partecipato a missioni congiunte con forze internazionali, tra cui norvegesi, svedesi, svizzeri e turchi, per pattugliare Hebron e prevenire conflitti tra la popolazione e l’esercito israeliano.
Nel 2014, è stata la volta della MIADIT Palestine (Missione Addestrativa Italiana), che ha visto trenta carabinieri a Gerico per formare le forze di polizia palestinesi. I corsi offerti spaziavano dall’ordine pubblico alla polizia giudiziaria, dalla tutela del patrimonio culturale alle investigazioni scientifiche. I migliori allievi potevano accedere a ulteriori corsi di specializzazione presso il Coespu di Vicenza, un centro d’eccellenza per le forze di polizia militare.
Un legame storico con la Terrasanta
Il coinvolgimento dei Carabinieri in Terra Santa ha radici storiche che risalgono alla Prima Guerra Mondiale. Nel 1917, dopo la sconfitta dell’Impero Ottomano e l’occupazione britannica guidata dal generale Allenby, 150 carabinieri furono inviati per presidiare i luoghi sacri del Cristianesimo, come il Santo Sepolcro e la Basilica della Natività. Allora come oggi, l’Italia era considerata un mediatore super partes, capace di ottenere la fiducia di tutte le parti coinvolte e prevenire l’escalation di conflitti. La nuova missione italiana si inserisce in questa tradizione, con l’obiettivo di contribuire alla stabilità della regione e al rafforzamento delle istituzioni di sicurezza palestinesi.