
Max Pezzali e Claudio Cecchetto, due nomi legati indissolubilmente agli 883, ma oggi protagonisti di una lite piena di veleni. La rottura tra il cantante e il produttore è riemersa con l’uscita della serie “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”. Un successo nato negli anni ’90, ma che ora rivela retroscena amari.
Pezzali: “Volevo un maggiore controllo sulla mia vita”
L’ex 883 ha spiegato i motivi della separazione da Cecchetto: “Volevo avere un maggiore controllo della mia carriera, sia a livello creativo che gestionale. A un certo punto è normale voler andare via di casa. C’è chi lo fa a 20, chi a 30, e chi, come me, a 54″. Parole che lasciano intuire il desiderio di autonomia di Pezzali, un percorso che lo ha allontanato dal produttore che lo aveva lanciato.
Cecchetto: “Max? Un ingrato”
Claudio Cecchetto, dal canto suo, non ha nascosto la delusione: “La gratitudine per lui è un optional. Di tutti i miei artisti, è stato il più irriconoscente, in questo almeno è il numero uno”. Il produttore ha sottolineato che, per lui, la riconoscenza è un valore imprescindibile: “La riconoscenza è sintomo di intelligenza”.
Il successo degli 883 rimane indiscutibile, tra l’altro la loro storia è ripercorsa proprio in questi giorni con l’uscita di una serie, ma la lite tra Pezzali e Cecchetto ha gettato ombre su quella che era una delle collaborazioni più amate della musica italiana.