
La recente intervista rilasciata da Michele Misseri a Le Iene, contenente dichiarazioni inquietanti, riporta alla mente uno dei casi di omicidio più scioccanti in Italia. La sua confessione sulla morte di Sarah Scazzi, una giovane ragazza di 15 anni, colpisce per la gravità e il contenuto delle sue parole ha aggiunto un ulteriore strato di complessità al già tragico racconto della vicenda.
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Misseri è tornato a parlare del caso per la prima volta dall’uscita dal carcere, affermando di essere l’assassino di Sarah, sostenendo che le sue precedenti dichiarazioni siano state influenzate da chi lo interrogava. «Sono io l’assassino di Sarah. Non mi credono perché mi hanno fatto cambiare le versioni, non le ho cambiate io, me le hanno fatte cambiare»
«Quando avevo sei anni mio padre mi portò in una masseria a fare il pastorello. Lì mi hanno violentato. Non l’ho mai detto a nessuno. E se l’avessi fatto sarebbe stato peggio. Erano due, padre e figlio, e io avevo circa sei anni. Mio padre non mi ha mai difeso perché io non potevo parlare, ma aveva capito qualcosa perché ci lavava le mutandine e vedeva. Neanche mia moglie e le mie figlie lo sapevano», ha detto Misseri.
Nella confessione resa ai magistrati all’epoca dei fatti, l’uomo aveva dichiarato di aver abusato di Sarah prima di ucciderla ma poi aveva ritrattato: «L’ho detto perché tanto dovevo comunque andare in carcere. Se la ragazza non era apposto… (parla della verginità della ragazza, intendendo dire che non sapeva se lo fosse o meno). Mi sono fatto carico anche di quello, non sapendo se la ragazza aveva avuto o meno altri rapporti sessuali».
Misseri ha poi raccontato: «Ho allungato la mano e l’ho presa dalle spalle, mi ha dato un calcio da dietro e mi è salito un calore. Forse voleva scappare e io ho preso la corda…». Poi, la cosa più difficile da ascoltare: «Volevo violentare Sarah ma non sono riuscito. Avevo allungato le mani qui nel garage, volevo continuare ma poi non l’ho più fatto. Sotto il fico l’ho spogliata ma poi non l’ho fatto più e l’ho rivestita. Erano due anni che non avevo rapporti sessuali con mia moglie, io dormivo nella sdraio, lei nel letto matrimoniale». La sua tesi, dopo tante ritrattazioni, non era stata ritenuta convincente dagli investigatori, che avevano invece concentrato le loro attenzioni sulla moglie Cosima e la figlia Sabrina, poi riconosciute colpevoli del delitto.
Valentina Misseri: “È stato mio padre”
Valentina, l’unica della famiglia a non essere stata coinvolta nella vicenda giudiziaria, ha capito che il responsabile era il padre “già da quando ha fatto ritrovare il corpo” di Sarah. Il motivo per cui il padre avrebbe strangolato la cugina, secondo Valentina, è che “ci ha provato con Sarah. Giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l’avrebbe raccontata a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l’ha voluta zittire, l’ha voluta zittire per sempre”.