
Alex Salmond, ex primo ministro della Scozia e figura centrale del movimento indipendentista scozzese, è morto all’età di 69 anni. Il politico è deceduto dopo aver accusato un malore mentre stava tenendo un discorso in Macedonia del Nord. Salmond è stato leader dello Scottish Nationalist Party (SNP) in due periodi, dal 1990 al 2000 e poi di nuovo dal 2004 al 2014, e ha guidato la Scozia durante uno dei momenti più importanti della sua storia moderna: il referendum sull’indipendenza del 2014.
Salmond ha utilizzato il suo secondo mandato da Primo ministro per indire il referendum sull’indipendenza, conducendo la campagna “Yes Scotland“. Tuttavia, il voto si concluse con la vittoria del “No“, mantenendo la Scozia all’interno del Regno Unito. A seguito della sconfitta, Salmond ha rassegnato le dimissioni da leader dell’SNP e da First Minister. Nonostante l’esito negativo, Salmond rimane una figura di grande rilevanza per il nazionalismo scozzese, avendo contribuito a rendere il tema dell’indipendenza centrale nel dibattito politico del Paese.
Nel 2018, Salmond si è dimesso dall’SNP a causa delle accuse di molestie sessuali che gli erano state mosse. Dopo un processo, è stato prosciolto da tutte le accuse nel 2020. Nonostante l’assoluzione, le accuse avevano avuto un impatto significativo sulla sua reputazione politica. Successivamente, nel 2021, ha fondato un nuovo partito indipendentista, Alba, per continuare a promuovere la causa dell’indipendenza scozzese.
La BBC lo ha descritto come “un uomo e un politico di contraddizioni estreme”, capace di unire grandi doti comunicative e una visione politica forte, ma la cui carriera è stata in parte oscurata dalle accuse legali che lo hanno allontanato dall’SNP e dai suoi precedenti sostenitori. Nonostante le controversie, Salmond è rimasto un attore chiave nel panorama politico scozzese fino alla fine.