Le registrazioni delle telecamere di sicurezza del supermercato situato in via Farini a Milano mostrano Manuel Mastrapasqua mentre cammina. Ha appena concluso il suo turno di lavoro e sono le 00:20 della notte tra giovedì e venerdì. Si dirige verso casa, a Rozzano, con le cuffie sulle orecchie e il cellulare in mano, intento a chattare con la sua fidanzata.
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Due ore e mezza più tardi, a Rozzano, viene avvicinato da Daniele Rezza, il quale nelle immagini appare aggirarsi nella zona del delitto, impugnando un coltello. Indossa un cappellino bianco e una tuta nera; sono le 2:45 della notte. Dieci minuti dopo, Rezza strappa via le cuffie a Manuel, che reagisce; a quel punto, Rezza lo accoltella al torace, provocandone la morte. Queste immagini sono fondamentali per le indagini: da questi fotogrammi gli inquirenti hanno potuto stabilire che le cuffie che Manuel indossava prima di lasciare il supermercato erano scomparse nel momento in cui una pattuglia dei carabinieri lo trovò a terra, già privo di vita.
Le dichiarazioni agli inquirenti: “Mio padre non ci credeva”
Sentito dalle forze dell’ordine, il ragazzo spiega di aver capito di aveer ucciso Manuel solo il mattino dopo, leggendo la notizia. Ai genitori ha detto “forse sono stato io” e loro hanno reagito con incredulità: “Mio padre non ci credeva che avessi ucciso una persona, non riusciva ad accettarlo. Io mi confidavo più con mia madre che con mio padre, però anche lui mi vuole bene”.
Davanti ai magistrati ricorda il momento in cui ha appreso la notizia della morte del 31enne: «Al mattino ho aperto Tik Tok e ho visto la notizia di un ragazzo morto a Rozzano e ho pensato che ero stato io, perché la via era quella, il punto era quello». Poi è quasi gelido mentre ricorda le sue sensazioni: «Quando ho scoperto che il ragazzo era morto non è stato un granché, mi sentivo vuoto. A me dispiace, non conosco la famiglia di questo, ma ho tolto la vita a un cristiano che è figlio di qualcuno. Anche mio padre e mia madre, dargli questa disgrazia… non se lo sarebbero mai aspettato, ti dico la verità”. Da brividi il racconto del momento dell’uccisione di Mastrapasqua: “Appena l’ho visto in lontananza mi è partita la decisione di prendergli tutto, tutto quello che aveva. Gli ho direttamente strappato le cuffie che aveva messe dietro la nuca, al collo». La vittima però reagisce: «Non ero molto lucido. Poi arriva l’adrenalina, mi difendo e ho preso il coltello conficcandoglielo sul petto ma l’ho tolto subito e non ho visto il sangue. Ho sentito solo un sospiro, qualcosa. E da lì sarà caduto a terra ma non ci ho fatto caso, perché sono scappato subito”.