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Caso Orlandi, Francesca Chaouqui a Vatican Girl atto II: “Non ho nulla da aggiungere, lasciatemi in pace”

Pubblicato: 15/10/2024 17:32

Francesca Immacolata Chaouqui torna al centro dell’attenzione con un nuovo capitolo del caso Emanuela Orlandi, la ragazza vaticana scomparsa nel 1983. Chaouqui, ex membro della Commissione Cosea del Vaticano, scrive sui social: «Non ho nulla da aggiungere sulla vicenda di Emanuela Orlandi e Pietro Orlandi che sento spesso, lo sa bene. Gliel’ho detto e ripetuto da anni».
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Che fine ha fatto la “cassa dei prosciutti”

Chaouqui, già coinvolta nello scandalo Vatileaks per la fuga di documenti riservati del Vaticano, viene tirata in ballo per una presunta cassa di legno contenente documenti legati al caso Orlandi. La cassa sarebbe nascosta nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore. La stessa Chaouqui dichiara di averla vista, ma precisa: «Parlai della cassa che avevo visto e fu cercata ovunque durante Vatileaks e mai trovata». Ribadisce di non sapere altro sulla sua esistenza o sul contenuto e chiede di essere lasciata in pace: «Se potessi fare qualsiasi cosa per Pietro e il suo dolore lo farei, ma non so altro che questo».

Francesca Immacolata Chaouqui, 41 anni, calabrese, ha una storia controversa. Nel 2013 viene nominata da Papa Francesco all’interno della Cosea, la Commissione che aveva il compito di riformare le strutture economiche della Santa Sede. Un incarico di prestigio che, però, la porterà al centro del ciclone mediatico nel 2015, con l’accusa di essere una dei “corvi” della seconda Vatileaks.

L’estraneità al caso Orlandi

Chaouqui, tuttavia, continua a dichiarare la sua estraneità rispetto al caso Orlandi. Sottolinea che i dettagli delle sue vicende legate a Vatileaks e alla Cosea non riguardano la scomparsa della giovane vaticana, nonostante le ipotesi sollevate da Monsignor Miserachs Grau, direttore della scuola di musica frequentata da Emanuela, che ha parlato di un legame tra Chaouqui e la misteriosa cassa.

La vicenda resta avvolta nel mistero. Anche le audizioni della Commissione bicamerale d’inchiesta, nata per fare luce sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, non hanno portato nuovi elementi definitivi. Chaouqui ha ribadito: «In audizione non ho niente da dire o avrei chiesto di essere ascoltata io in primis». La sua richiesta è chiara: vuole chiudere definitivamente questa pagina e reclamare il diritto alla tranquillità.

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